In queste afose giornate di luglio, anzichè pensare al secondo posto della nazionale di calcio agli europei e all’inutile ricevimento al Quirinale, io penso alla pensione degli italiani e alla mia. Leggo in questo momento su un quotidiano che la pensione sociale, cosiddetta di vecchiaia, che spetta anche a coloro che non hanno mai versato un centesimo all’Inps, ammonta a 429 euro mensili al compimento dei 65 anni di età, forse 66 anni di età, non ricordo. Poche settimane fa ho fatto calcolare approssimativamente quanto ho maturato io fino ad oggi, con oltre 30 anni di lavoro, 15 come impiegato (di buon livello) e 15 come imprenditore (con versamenti di tutto rispetto). Ebbene, udite, udite, ho maturato ben oltre 600 euro mensili… in oltre trent’anni di lavoro. Maledizione! Ho versato decine di migliaia di euro, forse centinaia, allo Stato per avere 170 euro in più al mese di un nullatenente.
Farabutti politici da quattro soldi, politicanti dei miei stivali. Ora vorrei mettere in fila, qui davanti a me, tutti i politici che hanno gestito i soldi delle pensioni negli ultimi decenni, coloro che hanno preso decisioni in merito, e poi li prenderei tutti a scopaccioni e calci nel sedere, e poi li priverei di ogni reddito. Quei delinquenti hanno creato un’ingiustizia enorme, inaccettabile, vergognosa. Se potessi tornare indietro, non verserei nulla, utilizzerei quel denaro malgestito dall’Inps per acquistare un paio di appartamenti. I quel modo oggi avrei un patrimonio immobiliare di mia proprietà da lasciare agli eredi e nello stesso tempo potrei percepire due canoni di locazione ben superiori a quella miseria umiliante che mi spetterà al momento del pensionamento. Ecco tutto, ecco quel che penso dello Stato in cui purtroppo vivo e lavoro.
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