L’economista Giuliano Cazzola, esperto di previdenza sociale, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sulla riforma delle pensioni. “Quota 100 aveva scadenza di 3 anni quindi va a cadere, il problema è vedere cosa si fa quando scade Quota 100. E’ evidente che con 38 anni di contributi o si aspetta ad arrivare a 42 anni e 10 mesi, che è bloccato fino al 2026, oppure si arriva fino a 67 anni. Non è che è stata abolita la legge Fornero. Adesso si rientra nel percorso ordinario, bisogna trovare dei gradini intermedi, una soluzione che si avvicini a collegare i 62 anni ai 67 della vecchiaia. Sono d’accordo con questo percorso, ma sono molto perplesso dell’individuazione delle quote perché si parla di quota 102 nel 2022 e quota 104 nel 2023. Questo vuol dire che lo scalone si trasforma in un tunnel da cui non si esce. Se io nel 2022 non ho 64 anni e 38 di contributi, magari li posso acquistare successivamente, anche a poca distanza, ma nel 2023 i parametri cambiano e ce ne vogliono 66, quindi entro in un tunnel da cui non esco. Bisognerebbe lasciare almeno 18 mesi tra un gradino e l’altro. Trovo assurdo che questa cosa sia sfuggita, è proprio un errore tecnico incomprensibile. Il governo gialloverde aveva introdotto il blocco dell’anzianità ordinaria rispetto all’aspettativa di vita, questo canale resta aperto e succede quindi che si chiude Quota 100 e questo lo si lascia aperto. Abbiamo avuto più pensionati su questo canale che su quota 100”.
Sul taglio del cuneo fiscale. “Sicuramente quando Bonomi (Confindustria, ndr) chiede di abbassare il cuneo fiscale intende che bisogna abbassare il costo del lavoro per le imprese, però si possono fare operazioni a metà, dando un vantaggio anche ai lavoratori” ha affermato Cazzola-.