La Gazzetta di Parma risponde a un interrogativo che potrebbe riguardare tanti italiani all’estero o comunque molti connazionali che per un periodo della propria vita hanno lavorato oltre confine: i contributi versati all’estero sono validi a fini pensionistici?
“Mi chiamo Davide, vorrei sapere se i 41 anni di contributi sono previsti che possano essere contabilizzati anche sommando gli anni lavorati all’estero (con paesi che hanno accordi bilaterali in materia di previdenza sociale con l’Italia), più gli anni lavorati in Italia. Esempio: 6 anni lavorati in USA + 35 anni lavorati in Italia = 41 anni”.
“La risposta – scrive la Gazzetta di Parma – è positiva. Siamo nel campo delle convenzioni internazionali che regolamentano i casi dei lavoratori che hanno lavorato e versato contribuzione in Stati diversi. Da sempre, la possibilità di svolgere lavoro all’estero e in Italia, con contribuzione regolarmente versata, ha costituito una preoccupazione per i lavoratori e per gli istituti erogatori di prestazioni pensionistiche sul come utilizzare le varie contribuzioni.
Per evitare che un lavoratore con contribuzione versata in due o più stati diversi si vedesse penalizzato se non raggiungeva il diritto autonomo in nessuno degli stati interessati si è proceduto alla stipula di convenzioni internazionali sulla sicurezza sociale.
Tutti gli stati membri della comunità europea sono automaticamente in convenzione previdenziale con l’Italia; per quanto riguarda quelli extra CEE, ad oggi, sono circa una ventina, tra cui quelli più interessati dall’emigrazione italiana, vale a dire: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Stati dell’ex Jugoslavia, Svizzera ed altri.
Tra questi non potevano mancare gli USA; l’accordo di sicurezza sociale tra Italia e Stati Uniti, stipulato il 23.5.73, entrato in vigore l’1.11.78, è stato successivamente modificato dall’accordo aggiuntivo, stipulato il 17.4.84, entrato in vigore l’1.1.86. Gli Stati Uniti, come detto, hanno sottoscritto questa convenzione per cui non ci sono problemi a considerare i contributi versati negli USA con quelli accreditati in Italia.
Questo vale per i lavoratori con contribuzione INPS (lavoratori dipendenti, autonomi Artigiani, Commercianti, Coltivatori diretti, Iscritti alla gestione separata) non vale per i pubblici dipendenti”.