Ex sottufficiale dell’Aeronautica di Ciampino in pensione, Mario Calabrese, 69 anni, è morto in un modo davvero orribile. I suoi assassini – o il suo assassino, non è ancora chiaro – lo stavano quasi decapitando.
A dare la triste notizia della morte di Mario ai parenti in Italia è stato l’Ambasciatore italiano. La sorella Assuntina, che vive a Colleffero (Roma) dice: “Lo sentivo spesso, ci mandavamo messaggi, l’ultimo è di sabato 9 marzo, ma non mi ha risposto, ero preoccupata: Perché non mi rispondi, gli ho scritto. Lo hanno aggredito e gli hanno rubato tutto, ma lui non aveva soldi in casa, usava le carte prepagate. Stava bene in Brasile, era sereno, aveva molti amici. Aveva deciso di andare lì perché ci abitava uno zio, il fratello di mia madre, e si è innamorato del posto». Carmelo è stato da novembre a gennaio a Colleferro dai parenti. «Abbiamo passato le feste insieme, era sereno», ripete la sorella. I figli e un amico italiano in Brasile si stanno occupando delle autorizzazioni per il rimpatrio della salma.
Carmelo Mario Calabrese si era trasferito da Artena in Brasile 25 anni fa dopo la separazione dalla moglie e viveva in una villetta di proprietà a Paco do Lumiar, nella regione metropolitana di Sao Louis, nel Brasile del nord. Lascia due figli grandi, Cristian ed Emanuele, che vivono ad Artena.
Il corpo senza vita del nostro connazionale, semi decapitato, è stato trovato sulle sponde del rio Tibiri alcuni giorni fa. Hanno ucciso Mario nel bagno di casa sua, con almeno 15 colpi di machete alla testa e alle spalle. Poi quegli animali hanno preso il corpo e l’hanno trascinato fino al garage per caricarlo sulla macchina della vittima, mezzo col quale si sono poi allontanati per scaricare il corpo senza vita di Mario lungo il fiume.
L’aggressione sarebbe avvenuta venerdì scorso. Sono stati i vicini a dare l’allarme, preoccupati dalla sparizione improvvisa del cittadino italiano. Così la polizia, una volta entrata nell’abitazione del pensionato, ha trovato un enorme disordine e una scia di sangue che dal bagno portava al garage.
Al momento si pensa a una rapina finita nel sangue, dall’abitazione mancherebbero alcuni dispositivi elettronici. Sul caso comunque si continua ad indagare.