Non si è ancora capito se il presidente dell’Inps, nel gioco al massacro che ha caratterizzato la legislatura, e ancor di più quest’ultimo scorcio, tifi sinceramente per una vigorosa spending review del welfare o piuttosto voglia mettere in difficoltà il governo e riattivare con le sue sparate il fuoco delle polveri.
Il suddetto personaggio, non si capisce se sia un tecnico o un politico, parla poco, ma quando lo fa mena fendenti a destra e a sinistra prospettando necessità di cambiamenti che hanno il solo effetto di alimentare la guerra tra ultimi e penultimi. Perché ai primi, ai super pensionati percettori di super pensioni, nessuno è riuscito a cambiare niente.
Con l’ultima esternazione, quella sulle pensioni degli italiani all’estero, Boeri ha acuito, se ce ne fosse mai stato bisogno, quella percezione di ingiustizia che le infinite diatribe sull’accoglienza ai migranti e sullo ius soli continuano a sollecitare.
Gli italiani “di sangue” sparsi per il mondo sono scesi sul piede di guerra a reclamare certezze su diritti e garanzie, naturalmente difesi dai parlamentari eletti all’estero che proprio sul consenso di quelli basano la loro sopravvivenza.
Per il governo contano più gli stranieri di chi ha sangue italiano nelle vene! Questa l’immediata reazione dei pensionati italiani che vivono all’estero e temono attacchi indiscriminati ai diritti acquisiti.
Al di là di una presa di posizione sulla querelle, una domanda sorge spontanea: era questo il momento per esternazioni così dirimenti che possono aggiungere problemi e preoccupazioni a un governo già precario per definizione? Caro Boeri, capiamo che la voglia di visibilità porta a cercare la dichiarazione ad effetto più brutale, ma se pensi di conquistare popolarità e gradimento tra gli italiani di casa nostra nuocendo agli altri e creando ulteriori difficoltà al governo, vogliamo ricordarti che con Gentiloni cadrà anche la tua testa. E forse anche la tua pensione.
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