Ogni dieci ragazzi che navigano sul web almeno due sono stati contattati in chat sui social network da potenziali pedofili. E’ il dato allarmante presentato dalla Polizia postale al congresso dei pediatri della Sip (Societa’ italiana di pediatria), emerso da un’indagine fatta tra 2011 e 2012 con un questionario anonimo consegnato a 25mila studenti delle scuole medie, tra 11 e 14 anni.
A preoccupare ancora di piu’ gli agenti che controllano i pericoli della rete e’ il fatto che, come ha spiegato Marco Cervellini, responsabile relazione esterne della polizia postale, fra i ragazzi presi di mira da pedofili, 8 su dieci non ne parlano con i genitori, sostanzialmente per paura ‘di non essere capiti, e di ottenere come unico risultato quello di essere privati della connessione a internet’.
Dal monitoraggio della polizia postale emerge che la maggioranza dei ragazzi usa il web per parlare con gli altri (63%); uno su tre, invece, si connette alla rete anche per studiare.
Anche se la stragrande maggioranza usa internet da casa, solo due ragazzini su dieci hanno sempre accanto i genitori, il 39% qualche volta, mentre 4 su 10 navigano in beata solitudine, sempre piu’ spesso di sera (35%) e di notte (13%).
E se il 79% degli intervistati dichiara di non essere mai stato contattato in chat da potenziali pedofili, tra il 21% afferma di essere stato oggetto di approcci. Fra questi ultimi, 4 ragazzi su dieci dicono di non aver avuto nessuna reazione particolare, ma quasi altrettanti (il 35%) si dicono invece incuriositi; e c’e’ anche un 7,9% che dichiara di aver provato qualche forma di attrazione. ‘Si fa presto a capire che lo sconosciuto che ci sta parlando ha determinate intenzioni – spiega ancora Cervellini – perche’ i discorsi vanno presto a finire sul sesso, su quello che piace e non piace, su richieste di fare questo o quello’. Il pedofilo, aggiunge l’esperto, ‘non ha fretta. Mette ‘in cantiere’ l’approccio anche con 10, 15 minori contemporaneamente e puo’ aspettare anche un mese, un mese e mezzo prima di passare a richieste di incontri dal vivo’. Prima di ‘agire’, infatti, aspetta ‘di avere la certezza di avere conquistato la fiducia del ragazzo’, cui per prima cosa chiede ‘di non rivelare a nessuno’ la nuova ‘amicizia’. Non a caso, tra i motivi per i quali i ragazzi non ne parlano ai genitori, oltre alla paura di non essere capiti, c’e’ un 11% abbondante che dichiara di aver taciuto il fatto ai genitori per aver promesso di non dirlo; 2 su dieci avrebbero invece mantenuto il ‘segreto’ per la curiosita’ di vedere fino a dove il potenziale pedofilo si potesse spingere nelle avances.
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