L’arte italiana alla conquista della Cina. Gli autoritratti degli Uffizi in mostra a Shanghai, i capolavori della Gnam di Roma esposti a Pechino. E poi Morandi, Cattelan, Pesce. I futuristi Balla, Boccioni, Depero. Gli oltre 130mila visitatori che da luglio a oggi si sono già messi in fila al Museo Nazionale che si affaccia su Piazza Tiananmen per vedere la mostra Tota Italia. Alle origini di una nazione: cinquecento opere di epoca romana, dalla Triade capitolina di Guidonia, il corredo della tomba di due guerrieri dell’antica Forentum, l’altare di Ostia con una rappresentazione del Lupercale fino al Pugilatore di Lisippo. Un «capolavoro di diplomazia culturale», come ha spesso sottolineato parlando con La Repubblica l’ambasciatore italiano nella capitale cinese Luca Ferrari.
Una diplomazia «costruita bene negli anni», racconta a Repubblica Federico Roberto Antonelli, il nuovo direttore dell’Istituto italiano di Cultura a Pechino. «La mostra Tota Italia è la prima non cinese che si è tenuta nel museo più importante di tutta la Cina dall’ inizio della pandemia. C’è grande interesse. Noi italiani qui ci siamo: forse come non ci siamo stati mai in passato».
L’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina è entrato nel vivo. La lista degli appuntamenti in questo 2022 è lunga.