Vittorio Feltri, direttore editoriale del Giornale, intervistato da Il Fatto Quotidiano parla di un Silvio Berlusconi assai depresso, con “delle crisi molto forti, che in media durano dai 25 ai 30 secondo. Poi reagisce, non sa bene come neanche lui, ma reagisce”. Proprio perché “depressissimo”, il Cavaliere si ricandiderà, commenta Feltri: “Ad un Berlusconi padre nobile di Alfano non ho mai creduto. Silvio sara’ il candidato premier". Ma Berlusconi puo’ vincere di nuovo? "Lui ci crede, ma tecnicamente l’operazione non puo’ riuscirgli. In passato ha promesso rivoluzioni regolarmente abortite ed ora stato d’animo degli italiani e fiducia nei partiti sono ai minimi storici".
Sarà comunque “Grande Italia” il nuovo nome del partito guidato dall’uomo di Arcore. Lo conferma il giornalista da sempre schierato col centrodestra: “Ne parlai con la Brambilla, contribuii involontariamente alla scelta del nome e adesso ho un rimpianto", spiega Feltri. Quale? "Non aver registrato il copyright. Mi avrebbero pagato: il denaro, come ben si sa, non mi dispiace…". Feltri il venale? “Lo sostengano. Non me ne frega assolutamente niente. Nulla mi irrita come l’ipocrisia”. Si sente circondato? “Tutti parlano di soldi. Io non ci penso mai. Se mi passano davanti agli occhi, però, li prendo”.
Il giornalista che ha intervistato Feltri per il Fatto ci fa anche sapere che il colloquio con l’editorialista del Giornale avviene durante l’ora di pranzo “di un dimenticabile agosto milanese. Sirene, venditori di cocco, indigeni in bermuda, caldo da Africa in giardino. In via Negri, ex regno di Montanelli, Feltri veste come se fosse dicembre a Fucecchio”.
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