Era da tempo nell’aria. Riunioni continue, scissioni ventilate e poi smentite, ruberie e scandali a iosa: Silvio Berlusconi, per quanto caparbio e ottimista lo si possa descrivere, alla fine non ha retto alla marea di fango che si e’ abbattuta sulla sua sfortunata creatura, quel partito del predellino che tanto ha illuso e tanto ha deluso. Sui giornali e in tv, ma anche nelle discussioni quotidiane fra la gente, l’acronimo PdL viene ormai additato come Partito dei Ladroni, e l’ultima vicenda alla Regione Lazio ha assestato la scossa finale. Ironia della sorte, l’uomo che ha elargito di qua e di la’, oltre ogni limite di ragionevolezza e ai personaggi più improbabili, si ritrova a guidare un partito che nel tempo si e’ trasformato in quell’acronimo ribattezzato, e chissà che non sia stato il fascino perverso del denaro ad inquinare gia’ in partenza quella sorgente che sembrava cosi’ "azzurra".
Insomma, il Cavaliere del PdL non ne puo’ più, la seconda repubblica alla fine ha ricalcato i vizi della prima, peggiorandoli: deve pensare a tirar fuori dal cilindro un nuovo soggetto politico capace di seppellire il passato e riportare la luce sul futuro. Certo, l’età e le tante occasioni perse o non giocate, porterebbero diritto al passaggio di testimone e di consegne al giovane delfino che ha dimostrato impegno, riconoscenza e onestà insieme alle belle speranze; ma non sorprenderebbe la scelta di un nome altisonante di sentore terapeutico, a garanzia dell’effettivo cambiamento e dell’auspicato successo del nuovo soggetto politico; Alfano e’ un ottimo segretario e saprebbe aspettare.
Al di là di questi interrogativi, aspettiamoci da qui a dicembre una vera rivoluzione politica in Italia. Con l’uscita di scena del PdL, non finisce solo un partito, ma un intero sistema politico: e’ finito il tempo della destra e della sinistra, del bipolarismo tanto invocato e amato all’inizio dal Cavaliere, finito il tempo di chi sta con Berlusconi e di chi e’ contro di lui. L’Italia e’ cambiata in questi anni. Meglio: e’ cambiato l’atteggiamento degli italiani nei confronti della politica. Oggi il cittadino guarda al parlamentare con sospetto, o almeno con prudenza. Gli "onorevoli" hanno perso per sempre, agli occhi della gente comune, il loro status di "eletti", di "migliori": quelli che abbiamo conosciuto sono mangioni e poltronari, opportunisti e falsi, mangiapane a tradimento. E non serve cambiare nome solo per dare una verniciata al partito che ci sara’ domani: Berlusconi vuole proprio ricominciare da zero. Ci riuscirà?
Discussione su questo articolo