Anche a Ferragosto, in piena estate, continua il dibattito politico che ruota intorno al Popolo della Libertà. Silvio Berlusconi deve tornare in prima linea? Deve essere lui il candidato nel 2013? E per quanto riguarda le alleanze, l’Udc di Pier Ferdinando Casini deve tornare a far parte del centrodestra?
E’ Giancarlo Galan a rispondere a quest’ultimo interrogativo. Secondo l’ex ministro il partito di Casini “deve stare con noi. Non deve andare dall’altra parte e tantomeno collocarsi nel mezzo per poi scegliere dopo le elezioni”. In un’intervista alla Stampa dichiara: “A costo di farmi scomunicare dai miei, non esito a dire che l’Udc ha fatto una buona politica, specie nel Veneto dove io mi onoro di avere fondato Forza Italia”. Eppure, “nonostante la buona politica di cui parlavo, in questi anni l’Udc non e’ riuscito a prendere un voto in piu’ e, secondo il mio modesto avviso, nemmeno ci riuscirà”, soprattutto se continuerà a pendere verso sinistra.
Galan, come al solito, non ha peli sulla lingua: per lui il centro nella geografia politica italiana ormai non esiste più. Gli italiani vogliono il bipolarismo, che “anche se difettoso come quello nostro comunque e’ entrato nel costume”.
E Silvio? Alla fine il Cavaliere prenderà la sua decisione: quella di “fare il leader di un partito che, forse, non si chiamerà Forza Italia”, ma comunque “sarà molto colorato di azzurro”. Galan è convinto che nel Popolo delle Libertà “bisognerebbe fare spazio alle idee. Secondo me basterebbe che Berlusconi adottasse un programma di poche grandi riforme, chiare, comprensibili, ispirate a una linea di autentica rivoluzione liberale”. E poi l’uomo di Arcore dovrebbe decidere di cambiare almeno due parlamentari su tre: “sarebbe un giusto ritorno allo spirito del ’94”.
A spingere per la candidatura di Silvio Berlusconi è Claudio Scajola: il Cav si deve candidare per salvare il partito, spiega. Partito che “deve darsi una forte identità e cambiare nome. E a questo punto il candidato premier deve essere Berlusconi”. Deve tornare in campo “per unire e rendere il piu’ possibile competitivo il Pdl, o quello che ne sarà”, perché ad oggi “Berlusconi resta l’unico personaggio capace di motivare il nostro popolo”. “Berlusconi ha il dovere di non disperdere il patrimonio che ha messo insieme. E, riveduto e corretto con un nuovo nome e un nuovo simbolo, tentare il rilancio del movimento in modo da presentarci con prospettive positive alle urne”.
Scajola ricorda il “forte” appello rivolto a Casini, per la nascita del partito dei moderati. Ma il leader centrista ha detto no. Con questa sua decisione, “ha perso una grande opportunità e con lui l’abbiamo persa anche noi”. Una nuova legge elettorale? “Indispensabile”.
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