Ieri a Milano Ignazio La Russa ha aperto la due-giorni "Giornate Tricolore" organizzata da Fratelli d’Italia: “E’ un altro centrodestra nazionale, distinto da Forza Italia, Popolo delle Liberta’ e Berlusconi. Vogliamo far crescere la possibilita’ che il centrodestra italiano torni a vincere". "A noi – dice La Russa – sembra chiaro che anche se Fratelli d’Italia sta avendo una grande crescita, che il centrodestra non sia piu’ vincente in Italia. La coalizione che una volta aveva Berlusconi, Bossi, Fini e un poco anche Casini non c’e’ piu’ in quel senso. Sono rimasti ancora i colpi di reni di Berlusconi, che non possono bastare a vincere, e infatti non vinciamo".
Nel PdL intanto si continua a discutere sul futuro del partito. Fabrizio Cicchitto, intervistato dal quotidiano La Stampa, è contrario a quello che in questi giorni sui giornali viene definito il “partito azienda”: "l’idea del partito-azienda ebbe successo nel momento in cui scese in campo Berlusconi, non e’ che nel 2013 possiamo lanciare il partito degli imprenditori. Dobbiamo rivolgerci a tutte le classi – spiega l’ex capogruppo PdL alla Camera -, in particolare al nostro blocco sociale che e’ fatto non solo dai padroni del vapore, ma da lavoratori autonomi e dalla gente del popolo". La ricetta che propone Cicchitto? “Primarie per scegliere i candidati nei comuni e nelle regioni. Congressi basati sul tesseramento per eleggere i dirigenti del partito. Decisioni collettive e il piu’ possibile partecipate. In sintesi: meno verticismo e più democrazia".
Raffaele Fitto, in un’intervista a Repubblica, ammette che il risultato delle amministrative e’ anche frutto di errori del partito, “alcune divisioni interne e qualche scelta sbagliata. E poi questo voto ci pone il tema delle alleanze. Scontiamo una oggettiva difficolta’ legata al peso complessivo della nostra coalizione e al rapporto con gli alleati”.
L’ex ministro e parlamentare del Pdl, Gianfranco Rotondi prende atto che nel PdL "si apre una stagione di dialettica interna, come è avvenuto nel Pd. L’importante – sottolinea – e’ che nessuno discuta il sostegno al governo perche’ mai come in questo passaggio storico un governo coincide con la tenuta stessa del sistema Paese".
Discussione su questo articolo