Quanti sono convinti sia una persecuzione giudiziaria? Quanti sono contrari alla gogna mediatica, alla barbarie delle intercettazioni, alla ineleggibilità del Cav? Molti, milioni di italiani. Per questo è nata l’idea di convogliare tutti i dissidenti di questa magistratocrazia e arruolarli in vere e proprie truppe cittadine con un “Reggente” a capo di ogni presidio. Nasce così l’Esercito della Libertà. Tra il serio ed il faceto, gli sfottò su internet non si sono certo risparmiati, il movimento ha intenti seri ed è stato sommerso d’adesioni come lo stesso Simone Furlan, imprenditore veneto promotore della iniziativa, ha dichiarato. Non ci sono scopi bellici, però di fronte ad azioni sovversive servono prese di posizione pragmatiche e pleonastiche.
Il Presidente Berlusconi è quell’uomo votato, dopo vent’anni, da dieci milioni di elettori che credono in lui, nel suo operato, nella sua azione, nel carisma e nella leadership che da sempre ha incarnato. Tirare fuori dal cilindro leggi mai applicate, e quindi farlo ora contra personam, significherebbe destituire alle fondamenta tutto un percorso che da Forza Italia s’è ramificato sino al Popolo della libertà odierno.
In ballo non c’è solo il casellario giudiziario di un uomo, ma la legittimazione morale in chiave storica del percorso di milioni di militanti. Quando le aule di giustizia esulano dai loro compiti e sconfinano l’arena della giurisprudenza per approdare nell’agone politico, ecco che scendono in campo “gli eserciti”.
Twitter @andrewlorusso
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