Il futuro del Popolo della Libertà è quello di diventare un “partito azienda”? Sembrerebbe proprio che sia così, a giudicare dagli ultimi rumors che arrivano da via dell’Umiltà. L’altra sera Silvio Berlusconi, durante una riunione svoltasi a Palazzo Grazioli, avrebbe espresso l’idea di “consegnare” il PdL – o quel che ne sarà – ad alcuni importanti imprenditori italiani. I nomi? Benetton, Barilla, Salini, Todini, Averna, Marchini, Montezemolo. Il Cavaliere non avrebbe detto se questi imprenditori siano già stati contattati. Marchini, per esempio, parla di “bufala”, e comunque, aggiunge, “a Berlusconi direi di no”. Tuttavia nel PdL pare si ragioni proprio su questa soluzione, che a dir la verità non piace a tutti. Una soluzione che sarebbe stata studiata a tavolino dall’uomo di Arcore insieme a Daniela Santachè, Denis Verdini e Daniele Capezzone.
Già si parla di un partito consegnato a "dei piccoli Berluschini": il PdL così salterebbe per aria, addio a tessere, iscritti e partito, ma soprattutto addio ai voti sul territorio. Infatti "l’idea non e’ per nulla innovativa e alla fine il Pdl diventerebbe un partito in mano a questi imprenditori e quelli che hanno i voti sul territorio non accetterebbero mai di fare solo i portatori di acqua", spiegano pidiellini contrari a una iniziativa del genere.
Sempre durante l’incontro a Palazzo Grazioli, Berlusconi avrebbe detto chiaro e tondo di non volere più coordinatori, ma “un amministratore delegato che coordini i venti regionali".
Fra coloro contrari a una nuova Forza Italia, c’è Carlo Giovanardi, senatore e membro dell’ufficio di presidenza del Pdl: “Il ritorno al passato e’ impossibile. Bisogna guardare avanti”. E aggiunge: “Nel futuro prossimo non ci sara’ neanche Berlusconi, perche’ e’ umano".
Capezzone, uno di coloro che avrebbe lavorato alla proposta di rinnovamento del PdL, in una nota spiega: “L’avvio di discussione e le prime proposte del Presidente Berlusconi sul riassetto organizzativo del movimento confermano che per lui e’ il centrodestra liberale italiano che deve avere e tenere alta la bandiera dell’innovazione". Sul terreno organizzativo, è ora di “soluzioni coraggiose, che colgano il meglio della buona politica e insieme l’apertura alla societa’ e al mondo produttivo”. Dunque, per il Coordinatore dei dipartimenti del PdL il Cavaliere “guarda molto piu’ lontano rispetto al ceto politico italiano, ed e’ sintonizzato sulle speranze, sulle ragioni e sui sentimenti di larga parte dei cittadini".
IL PDL CAMBIA SEDE Staremo a vedere. Intanto il PdL cambia sede. Da via dell’Umiltà, presto si trasferirà a Piazza San Lorenzo in Lucina. Il taglio dei rimborsi elettorali ha inciso non poco sulle casse del partito, che per l’affitto dell’attuale sede paga 2 milioni e 800mila euro l’hanno. La nuova sede costerà invece 720mila euro l’anno, un bel risparmio per partito azzurro. L’inaugurazione della nuova sede nazionale è prevista per fine mese, massimo i primi di luglio.
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