Giovedì ho avuto un lungo incontro a Roma con Angelino Alfano. Un’occasione per confermare una reciproca e sincera amicizia, ma anche spiegargli con chiarezza il mio punto di vista: il PDL deve affrontare con severità estrema il problema della trasparenza, tenere più in conto gli eletti di tutta Italia (e meno i “nominati” che già stanno cercando nuovi spazi per perpetuare il loro futuro) e soprattutto avere il coraggio di fare un salto generazionale o non solo perderemo le prossime elezioni, ma rischiamo di buttar via i prossimi anni.
Non so se Alfano ascolterà i miei consigli (uno l’ha condiviso subito e in mia presenza ha fatto chiedere la certificazione esterna dei bilanci di tutti i gruppi regionali del PDL) e se capirà che il mio punto di vista non è “contro” Berlusconi ma è “per” dare un futuro al centro-destra, schieramento che non sarà credibile se non sarà in grado di rinnovarsi profondamente.
Con me vi erano alcuni sindaci (Alessandro Cattaneo di Pavia e poi i colleghi di Pescara, Lecce, Ascoli Piceno) per presentare un documento in cui chiediamo più attenzione per i 20.000 eletti del PDL negli Enti Locali che sono senza guida, direttive, coordinamenti e che devono tutti “arrangiarsi” alla meno peggio. Abbiamo correttamente anticipato ad Alfano un testo molto duro che presenteremo pubblicamente mercoledì a Roma e che è già stato sottoscritto in poche ore da quasi tutti i sindaci PDL dei capoluoghi italiani. In esso ci impegniamo a non candidarci alle elezioni politiche e quindi del tutto disinteressatamente chiediamo trasparenza, serietà, concretezze… e basta con la demagogia. Un esempio? Ma come può Berlusconi affermare “Toglieremo l’IMU!” quando oggi i comuni si basano solo su questo pur odioso tributo per pareggiare i bilanci? Se il Cavaliere avesse ascoltato i sindaci del PDL o dei consiglieri seri (e non i soliti cortigiani) prima di parlarne, forse avrebbe potuto dire “Proponiamo che lo stato rinunci alla sua parte di IMU così la gente pagherà molto di meno e ogni comune dovrà decidere responsabilmente quanto imporre ai propri cittadini che giudicheranno così le capacità dei loro amministratori”.
Ma chi può dare oggi concretezza alla politica più degli amministratori locali che ogni giorno sono impegnati a dare qualche risposta a chi li ferma per strada? Con che credibilità potremo chiedere i voti se non ci fosse il coraggio di fare pulizia completa, assoluta, intransigente davanti alle quotidiane ondate di fango che riempiono giornali e tv? Lo scrivo in assoluta sincerità: Alfano mi è sembrato un ragazzo solo, che non può o non ha il coraggio di prendere posizioni più nette ed indipendenti o anche di rottura perché è circondato da una nomenklatura ingessata che lo condiziona, persone che temo non saranno però in grado di arrestare la frana e il distacco del PDL con l’opinione pubblica.
A livello personale, uscendo da Via dell’Umiltà, mi sentivo addosso la soddisfazione di aver potuto dire al segretario del mio partito tutto quello che pensavo, senza peli sulla lingua e senza ambiguità, ma almeno ”vuotando il sacco”. Credo che Alfano abbia comunque apprezzato.
*sindaco di Verbania, già deputato PdL
Discussione su questo articolo