L’Italia da 44 giorni dal voto di fine febbraio è ancora senza un governo, mentre la crisi economica continua ad affliggere il Paese e continua la situazione di stallo. Famiglie e imprese sono sempre in più grande difficoltà, con imprenditori che si uccidono, pensionati che non arrivano alla seconda settimana del mese e giovani che non trovano lavoro. E’ davvero incredibile che le forze politiche non siano stati capaci, fino ad oggi, di trovare un accordo per poter lavorare insieme. “La posizione del Pdl, che il Presidente Berlusconi ha ribadito sin dall’immediato post-elezioni e fino ad oggi, e’ chiarissima”, spiega Daniele Capezzone, coordinatore dei dipartimenti del Pdl: “o c’è un’intesa globale, che consenta di assicurare al Paese un Governo condiviso che metta al centro il rilancio dell’economia (ipotesi finora ostinatamente rifiutata dal Pd), oppure non c’e’ altra via se non ridare la parola agli elettori, senza che sia resa impraticabile la finestra elettorale di giugno”. Ma intanto, mentre i partiti decidono cosa fare, “il tempo sta scadendo, e la pazienza degli italiani si sta giustamente esaurendo”, conclude Capezzone, “ed è bene che la sinistra se ne renda conto".
Già, perché la sinistra proprio non ne vuol sapere di formare un esecutivo insieme al PdL, come ha ribadito questa mattina Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, intervenendo a “La Telefonata” di Belpietro. La l’urgenza c’è. Dunque che fare? Maurizio Sacconi, ex ministro del Lavoro del governo Berlusconi, ospite a Omnibus su La7 in merito a un possibile accordo Pd-Pdl, dichiara: “Pd e Pdl possono oggi condividere di fronte all’emergenza misure urgenti per il lavoro, sia sotto il profilo del cuneo fiscale, sia dal punto di vita della correzione delle rigidita’ della riforma Fornero, che ha dato per certi versi risultati devastanti, e sia sotto il profilo della protezione del reddito per i lavoratori nel corso di questa crisi: questo e’ gia’ un pavimento programmatico non secondario".
Ma la sinistra insiste: niente governo con Berlusconi, con il centrodestra parliamo al massimo di Quirinale. Alessandra Moretti, neodeputata Pd, già portavoce e responsabile della campagna delle primarie di Bersani, intervistata dal quotidiano “La Stampa” sottolinea: "ci stiamo preparando a un appuntamento importante come l’elezione del presidente della Repubblica" ed è quindi "doveroso che i leader di tutti i gruppi inizino un percorso di condivisione di questa scelta". Ma per quanto riguarda Palazzo Chigi “la linea del Pd è no a un governissimo Pd-Pdl, che vorrebbe dire tradire le istanze di cambiamento uscite dal voto e il nostro elettorato. Ma questo non significa che non ci voglia la responsabilità di tutti, a partire dal leader che ha vinto le elezioni, per aprire un dialogo costruttivo sulle riforme istituzionali e sulle misure urgenti per aiutare il Paese".
Il senatore del Pd Vannino Chiti, a Tgcom24 dichiara che “il metodo che si sta cercando per il Quirinale e’ quello giusto: una figura che sia riferimento per tutti, un garante della Costituzione, impegnato per riavvicinare i cittadini alle istituzioni”. In ogni caso, precisa, “elezione del Presidente della Repubblica e formazione del governo sono e devono rimanere – sostiene Chiti – fasi distinte”.
Contrario a un governissimo anche Cesare Damiano del Pd, ex ministro del Lavoro: “Sono contrario a un governissimo, ma posso pensare a un governo di scopo o a termine, mi auguro a guida Bersani, che possa ottenere il via libera su tre punti convergenti, ad esempio economici, per poi tornare in tempi brevi al voto, non a giugno ma in autunno o in primavera prossima”.
Il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, accusa il Partito Democratico: sono "le sue lacerazioni la vera causa dello stallo in cui ci troviamo"."Ma come pensano di andare avanti? Con queste continue divisioni la credibilita’ del Pd e’ ai minimi. Il Pdl sta facendo la sua parte per trovare soluzioni condivise nell’interesse del Paese che ha bisogno di un governo subito. Il Pd si svegli, o la strada delle urne diventa l’unica percorribile".
Il Paese è destinato a vivere una situazione di blocco completo chissà per quanto tempo ancora. E intanto la crisi avanza…
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