Il Popolo della Libertà senza Silvio Berlusconi a guidarne direttamente i destini, sembra ormai un altro partito. Lo sanno anche i vertici pidiellini, che infatti guardano al futuro preoccupati. I sondaggi non promettono niente di buono e la paura è che le prossimi elezioni amministrative possano risultare un vero ko.
Il PdL ha ormai compiuto quattro anni: qual è il suo futuro? Scomparirà o diventerà l’asse portante della ‘Casa dei moderati’? Non lo sa nessuno. Sperano tutti che sia il Cavaliere a farsi sentire presto e a tracciare il percorso.
Fra le altre cose, non è ancora chiaro se il PdL cambierà nome e/o simbolo. I big del partito sono spaccati anche in questo. Sandro Bondi, per esempio, difende il nome attuale, perché “non dobbiamo rinunciare a questo nome scelto dagli elettori. E’ un segno di rigore e serietà non cambiarlo”.
Maurizio Gasparri crede che quello di nome e simbolo sia un problema secondario: piuttosto, dice, “pensiamo a mantenere una forte struttura di partito che con congressi molto partecipati e un segretario capace come Alfano realizzi il progetto berlusconiano di un grande partito dei moderati”.
Franco Frattini rinvia la questione al prossimo Congresso nazionale: “Il congresso valuterà con i nostri iscritti e simpatizzanti se l’attuale nome e’ ancora attraente come noi vorremo per gli elettori oppure va cambiato”.
Non ha dubbi invece Gianfranco Rotondi, ex ministro del governo Berlusconi: “Il Pdl si chiamerà ‘Italia e libertà’ , perché riassume i due valori portanti del berlusconismo, l’amore per l’Italia che ha indotto Berlusconi a entrare in politica e la libertà, valore fondante del centrodestra italiano”. Troppo simile, tuttavia, a “Futuro e Libertà”…
A noi, come ad altri esponenti PdL, piace ancora “Forza Italia”. E a voi?
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