Dopo aver preso tempo nelle ultime settimane, Silvio Berlusconi decide di giocarsi il tutto per tutto e convoca per sabato 16 novembre il Consiglio nazionale del PdL, che dovra’ ratificare il passaggio definitivo a Forza Italia, con il conseguente azzeramento di tutte le attuali cariche, compresa quella di segretario ricoperta da Angelino Alfano, e il ritorno del timone nelle mani del Cavaliere.
Una mossa che dimostra come la tattica attendista utilizzata fino a questo momento da Berlusconi sia stata sostituita da un atteggiamento più duro, volto a realizzare una vera e propria conta all’interno del partito, ma soprattutto a riprenderne le redini in vista di due appuntamenti cruciali: da un lato la discussione e approvazione della legge di Stabilità, dall’altro il voto previsto per il 27 novembre sulla decadenza da senatore.
L’accelerazione sulla convocazione del Consiglio del PdL è un segnale dell’ormai impossibilità di convivenza tra le due anime del partito, i lealisti fedeli a Berlusconi e i filo governativi capitanati dai ministri Pdl che non intendono far venire meno il sostegno al Governo delle larghe intese.
Intanto nel Pd continua il caos dei tesseramenti. Ieri il segretario Guglielmo Epifani, per porre fine una volte per tutte alle polemiche, ha deciso di fermare le iscrizioni in tempi brevi, prima che i circoli aprano le convenzioni. Una mossa che pero’ non convince tutti fino in fondo a partire dal candidato Pippo Civati che la giudica "estemporanea" e sottolinea che "bisognava pensarci prima". Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, parla di un vero e proprio "pasticcio" sulla vicenda tessere, ma aggiunge che quello che e’ importante e’ che "si dica forte e chiaro: l’8 dicembre possono votare tutti, tesserati e non".
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