Lo sospettavamo da tempo, i segnali c’erano tutti; la notizia era nell’aria, e adesso è arrivata la dichiarazione ufficiale. Silvio Berlusconi non si ripresenterà come candidato premier alle Politiche di primavera. Una decisione presa certamente non alla leggera, ma dopo averci riflettuto a lungo. Al Cavaliere, del resto, non piace perdere: e oggi, se si dovesse andare a votare, a vincere sarebbe certamente la sinistra di Bersani e Vendola, i sondaggi parlano molto chiaro.
Fra il popolo del centrodestra c’è grande delusione, scoramento: ma una scelta come quella che ha annunciato oggi, in maniera definitiva, l’uomo di Arcore, era pressoché inevitabile. L’ex premier non ha più voglia di tornare a difendersi nei tribunali, di passare le sue giornate a replicare alle accuse dei media rossi, di sottrarre tempo alla propria famiglia e alle proprie imprese per un Paese e un popolo che “è impossibile governare”, visto che la struttura istituzionale dello Stato non lo permette davvero.
Silvio, con una lunga nota, ha detto stop, mi fermo. Toccherà ad altri – e già arrivano le prime dichiarazioni di esponenti pronti a candidarsi alle primarie, prima di ogni altra quella di Daniela Santanchè – continuare sul percorso da lui tracciato, un percorso che è partito dal ’94, quando con la sua discesa in campo Berlusconi riuscì a salvare l’Italia dai comunisti, ed è continuato fra promesse fatte e poi mancate, fra obiettivi messi sul tavolo e quasi mai raggiunti. Purtroppo. Senza contare i vari gossip, gli scandali, le intercettazioni, gli avvisi di garanzia che durante questi vent’anni gli sono piovuti addosso come confetti. Ingenuo, Silvio, lo è stato fin troppo.
Non ce l’ha fatta il Cavaliere a vincere contro il suo avversario più grande: se stesso. Dunque getta la spugna, e lancia le primarie: il mio successore, spiega, deve venire fuori da lì, da elezioni primarie fatte con la massima trasparenza, sotto la luce del sole.
Il Cavaliere è stato un grande della politica italiana, nel bene o nel male sempre protagonista. Il suo è un addio a Palazzo Chigi. Non governerà più il BelPaese. E per chi ha vissuto questo ventennio berlusconiano, per chi ha cominciato ad amare e ad interessarsi di politica con la nascita di Forza Italia, il momento è certamente di grande nostalgia. Ma tutto passa. Il tempo di Berlusconi era già finito da un pezzo. Non lascerà certamente la politica, ma non avrà più quel ruolo di punta che ha avuto fino ad oggi.
Ancora una volta, grazie, grazie Silvio: il tuo passo indietro è segno di generosità. Con questa tua decisione punti a non essere d’ostacolo per l’unione di un centrodestra moderato, che possa contrastare e vincere la sinistra alle prossime elezioni. Speriamo che Casini e altri riescano a capirlo e non gettino alle ortiche l’unica possibilità di vittoria che rimane al centrodestra italiano: presentarsi compatto davanti agli elettori, lottare unito.
ricky@italiachiamaitalia.com Twitter @rickyfilosa
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