Silvio Berlusconi conferma la sua intenzione di fare un passo indietro e di rinunciare così a candidarsi per la corsa a Palazzo Chigi. Lo fa durante “La Telefonata di Belpietro”, su Canale5, e spiega di avere presto questa decisione per consentire a tutti i moderati di unirsi e vincere contro la sinistra. L’appello è rivolto “a tutti i moderati, che rappresentano la maggioranza degli italiani, che non si riconoscono nella sinistra guidata dalla Cgil e da Nichi Vendola. Dall’Udc a Italia Futura di Montezemolo, Sgarbi, Tremonti, fino alla Lega". E Fini? Anche un piccolo partito, come Futuro e Libertà, potrà essere utile: "Quando i moderati devono presentarsi in campo occorre che tutti siano dentro il centrodestra italiano. Anche sottrarre il voto di un piccolo partito non si deve fare quando si scende in campo per non lasciare il governo alla sinistra. E’ conveniente e obbligatorio che si stia tutti insieme".
Oggi però molti italiani non andrebbero nemmeno a votare, schifati come sono da una politica che pensa solo a se stessa: "Non votando si fa il gioco della sinistra che invece conta su militanti appassionati. Credo che con una buona comunicazione anche gli italiani sfiduciati possano essere convinti che invece e’ un dovere votare, e lo e’ per chi rappresenta tutti gli italiani di buon senso e di buona volonta’ che non vogliono lasciare il Paese alla sinistra delle tasse", ha detto il Cavaliere.
Berlusconi chi proporrebbe come premier? “È difficile fare nomi, perchè dietro i nomi si instaurerebbero polemiche. Saranno tutti i moderati insieme a decidere chi debba rappresentarli". Poi però aggiunge: "Non escludo che possa essere Mario Monti, il quale è sempre stato nel campo dei liberali e dei moderati. Potrebbe essere lui, ma ci sono anche altri nomi che possono essere condivisi".
Ma qual è il futuro del Cavaliere? “Posso lavorare nell’ambito del movimento che ho creato dal’94, per dare un supporto, per formare i giovani. Vorrei dire che queste cose che ho sentito nei giorni scorsi come ‘la rottamazione dei vecchi’ non esiste. Quello che ieri ha detto Alfano non è una notizia, lo avevo detto io in diverse occasioni. Eravamo al telefono ed io gli ho detto di insistere sull’unione dei moderati e sulla possibilità che io per consentire ciò facessi un passo indietro".
E il PdL? Un partito da riformare. A cominciare da logo e nome: “Il simbolo lo cambiamo, lo diciamo da un anno perché il nome ha insieme due parole molto belle ma non dà emozione".
Silvio risponde anche al leader Udc, Pierferdinando Casini, che ieri aveva detto "siamo abituati alle giravolte di Berlusconi": "Io non ho mai effettuato giravolte nella mia vita privata – dice il leader del Pdl – imprenditoriale e politica, non vedo come Casini si permetta un’espressione infelice e lontana da verità".
Discussione su questo articolo