C’e’ chi lo descrive ‘molto depresso’ e ‘pieno di guai con le sue aziende’, e chi ‘ricaricato’ dai sondaggi che danno il partito in ripresa, e quindi pronto a impugnare lo scettro e a sfidare le urne anche anticipatamente: sono le due facce della medaglia di un Silvio Berlusconi che ha ancora molte pratiche da sbrigare prima di sciogliere la riserva politica. E che distribuisce le sue ‘verita’ con il contagocce ai tanti interlocutori di turno. E l’incontro di oggi con Angelino Alfano, ospite nella sua villa estiva La Certosa in Sardegna, dovrebbe servire proprio – nelle intenzioni del segretario del partito – a liquidare le pratiche piu’ urgenti. A cominciare dalla decisione, non ancora ufficializzata dal Cav. della ridiscesa in campo. Il fatto e’ – riferiscono alcuni parlamentari – che il Berlusconi che non decide, tiene ‘appeso’ il partito, lo costringe in una sorta di ‘limbo’. E non e’ affatto vero – riferiscono – che il Cav. abbia infine detto si’ al voto anticipato sull’onda di sondaggi letti con gli occhiali rosa. ‘I tempi non sono affatto maturi e inoltre la mente di Berlusconi e’ tutta occupata dalle grane che riguardano le sue aziende, Mediaset e il Milan, che lui vuole vendere’, rivela chi e’ vicino all’ex premier. E in effetti questi grattacapi coincidono con lo stato d’animo indicato da Vittorio Feltri che in una intervista al Fatto quotidiano ha descritto il Cav. come ‘depressissimo” in preda a ‘crisi molto forti che durano fino a trenta secondi’. Poi ‘reagisce’ e… decide di candidarsi, di inventare un nuovo nome di successo per il partito, che – su questo sono tutti d’accordo – potrebbe essere ‘Grande Italia’.
Berlusconi quindi al momento resta alla finestra del Pdl ma intanto prepara il terreno in vista di quello che poi decidera’ di fare. Cosi’ pero’ Alfano e tutto il partito rischiano l’esaurimento nervoso: c’e’ da lavorare sul voto siciliano, sulle alleanze in vista del voto politico che comunque non e’ lontano. Nel partito circola poi un certo pessimismo sul varo imminente di una legge elettorale che va a incagliarsi sempre sugli stessi scogli (preferenze-collegi).
Intanto, nei momenti di euforia, Berlusconi coccola i suoi sondaggi che darebbero uno scarto con il Pd ‘solo’ del 5%, e gia’ assapora il bis dell’exploit del 2006 quando in una manciata di mesi era riuscito a conquistare 9-10 punti su Prodi.
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