Popolo della Libertà verso la svolta. Questa volta gli azzurri fanno sul serio. Dopo l’annuncio ufficiale di Silvio Berlusconi, arriva la conferma di Angelino Alfano: il “ritorno a Forza Italia” è previsto entro tre settimane, massimo un mese. Con una Forza Italia 2.0 “si punta a ricostituire una grande coalizione di moderati che possa tornare a vincere le elezioni", ha detto il segretario del PdL, a margine di una visita a Lampedusa nella sua veste di vicepremier e ministro dell’Interno. La cosa importante da fare ora, ha sottolineato, è “tenere unito il PdL in vista del traghettamento” verso il nuovo progetto. Sarà Daniela Santanchè, sembra più vicina al Cavaliere, ad occuparsi di questa fase di transizione. Il PdL in ogni caso non verrà gettato nel cestino, ma “sarà la cornice della coalizione come fu la Casa delle libertà nel 2001”, assicura Alfano.
Si ritorna dunque allo spirito del ’94, almeno questa è l’intenzione. Un partito “giovane” e “dinamico”, nelle intenzioni dei dirigenti pidiellini: questo vuole essere la nuova Forza Italia.
GOVERNO Alfano è anche tornato a parlare di temi legati al governo: “Su Imu e Iva sono stati ottenuti due risultati concreti: a giugno si doveva pagare la prima rata dell’Imu e non si è pagata e a luglio doveva partire l’aumento dell’Iva e non è partito. Noi siamo al Governo come presidio per ridurre le tasse". Ora bisogna completare il lavoro, ovvero “eliminare l’Imu sulla prima casa entro il 31 agosto”, ma anche “evitare che l’aumento dell’Iva sia solo sospeso, ma abbia una sua durata”. C’è anche da tagliare gli sprechi, mettendo mano alla spesa pubblica: e ogni centesimo risparmiato “dovrà finanziare la riduzione delle tasse o il loro mancato aumento”. Insomma, sottolinea il ministro, “noi siamo portatori nel governo di una ricetta liberale: meno spesa pubblica per ottenere meno tasse".
Il Consiglio europeo a cui ha partecipato Letta? “Il pronostico era che dall’Europa ci venisse mezzo miliardo per il lavoro e abbiamo ottenuto un miliardo e mezzo. Non è cosa da poco, ovviamente non risolve tutti i problemi, ma è un segnale molto importante e molto positivo". Parlando invece di immigrazione, il ministro dell’Interno ha sottolineato che “il problema non è solo italiano, ma di tutta l’Europa. Lampedusa è l’ultimo lembo dell’Europa, per questo la Ue deve farsi carico del tema”.
CONVINTI E CRITICI All’interno della formazione pidiellina non tutti sono convinti che un ritorno al passato sia la scelta giusta. Certo, Daniele Capezzone ha subito esultato di fronte all’annuncio di Berlusconi: “una grande notizia” per il Coordinatore dei dipartimenti PdL. Felici anche Deborah Bergamini, Licia Ronzulli, Micaela Biancofiore, Denis Verdini. E gli ex An? Gaetano Quagliariello la mette così: bene se la nuova Fi "ha lo spirito inclusivo delle origini", male "se invece Forza Italia diventa la curva sud dei tifosi che estremizza ancora di più i messaggi". Altero Matteoli, per parte sua, ha tenuto a sottolineare di "non avversare" la decisione di Berlusconi, perché – ha detto – "più dei nomi contano le idee". Ma anche fra i fedelissimi del Cavaliere ci sono voci critiche, come quella di Fabrizio Cicchitto o Maurizio Gasparri. Voci che, tuttavia, supponiamo presto troveranno il modo di condividere il progetto di Berlusconi, come sempre accade quando è Silvio a dettare la linea.
BONDI E CAPEZZONE: DA CONSIGLIO EUROPEO ACQUA FRESCA Sandro Bondi, Coordinatore del PdL, è critico nei confronti del presidente del Consiglio Enrico Letta: il risultato ottenuto dal premier in Europa sa tanto di “acqua fresca”, sostiene. “Le decisioni prese non incideranno minimamente sul corso della crisi economica. Finché non si affronteranno con coraggio i nodi dei poteri della Banca centrale europea e una necessaria flessibilità nell’applicazione del rapporto fra Pil e debito pubblico, allo scopo di reperire risorse sufficienti per dare una scossa all’economia, la crisi sociale e il deperimento della nostra economia si aggraveranno sempre più".
Condivide “fino alle virgole” Daniele Capezzone: “temo anch’io che i nodi di fondo rimangano assolutamente irrisolti. Se l’alfa e l’omega restano il cosiddetto rigore e una visione burocratico-sacrale dei conti pubblici, allora vuol dire che si rischia di inchiodare un Continente ad alcuni anni di recessione”.
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