In una intervista pubblicata da “Il Foglio”, Angelino Alfano parla fra le altre cose anche di legge elettorale: “Vi ricordo che una bozza di riforma elettorale ancora non c’e’. Faremo in modo – assicura l’ex ministro della Giustizia – che il partito che vince le elezioni non possa essere escluso dalla maggioranza”. Quando gli fanno notare che il sistema simil tedesco prevede che le alleanze si decidano in Parlamento, dopo il voto, il segretario del Pdl replica: “Non e’ detto, tecnicamente e’ possibile. Per noi questa e’ una condizione imprescindibile. Altrimenti torniamo alla Prima Repubblica, ne’ piu’ ne’ meno”. In ogni caso, avverte Alfano, ‘nessuno ha interesse a scrivere una legge per l’Udc. Vedrete che non sara’ il modello tedesco, in Italia diventerebbe una specie di incentivo al ribaltone". “L’obiettivo di lungo termine e’ la ricomposizione del polo dei moderati. Oggi l’alleanza che vinse le elezioni del 2001 vincerebbe ancora”, sottolinea Alfano, spiegando che lo scenario di un’alleanza con Lega e Udc oggi non sembra possibile e non solo perché “Casini utilizza la scusa di Berlusconi (‘mai con lui’) per coltivare la suggestione delle mani libere”. Certo è che il Cavaliere “ha ancora un ruolo e dovrà continuare ad averlo", perché “il presidente Berlusconi ha una impressionante forza autonoma, personale. E’ capace di raccogliere milioni di voti, che sono soltanto suoi".
Nella stessa intervista, Alfano punta il dito contro il Pd, “che perde consensi”, invece il Pdl sale nei sondaggi. “Il trend elettorale si e’ invertito, siamo ancora alle spalle del Pd, ma noi cresciamo in maniera costante mentre loro calano allo stesso ritmo. Il Pd e’ al 26% – dice – ogni settimana che passa perde tra lo 0,3 e lo 0,5%’. Il segretario politico del Pdl e’ convinto che il suo partito tragga vantaggio dal sostegno al governo: “Monti non ha nessuna voglia di compiacere i radical chic, si occupa di contenuti, fa le riforme necessarie al Paese. La sinistra – spiega – pensava di avere a che fare con un nuovo governo Dini, pensavano che si trattasse di un’operazione funzionale alla eliminazione del male, cioè di Berlusconi. Poi avrebbero comandato loro. Ma non e’ così: sono sotto choc. Adesso temono che sia un Dini alla rovescia, cioè che favorisca noi. Ma anche questa – conclude – e’ una valutazione profondamente ingiusta nei confronti del professor Monti".
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