Intervento a tutto campo di Angelino Alfano, protagonista assoluto a Sciacca, in provincia di Agrigento, all’incontro della "generazione 30". Il segretario politico del Popolo della Libertà ha parlato di giovani, naturalmente, e poi del partito, di economia, di legge elettorale, di alleanze, di governo.
"Nonostante io abbia 40 anni, c’e’ gia’ una generazione di trentenni che prendera’ le redini di questo partito": ha esordito così Alfano, cercando subito il giusto feeling con la platea. E poi ha parlato del PdL: come partito, ha detto, "abbiamo fatto tanto, abbiamo dovuto affrontare la crisi e ora che mi e’ stato affidato l’incarico di riorganizzare il Pdl intendo spendere tutte le energie per dimostrare che e’ una comunita’ forte, fatta di valori e ideali". Una comunità che crede "nella vita, che qualcuno ce l’ha data e qualcuno ce la toglie. E quel qualcuno non e’ il Parlamento. Lo dice una legge ordinaria che la famiglia e’ al centro della societa’ ed e’ composta da un uomo e da una donna che ambiscono a fare dei figli". Valori tradizionali, no quindi a matrimoni misti o roba del genere, perchè la famiglia – quella vera – è una sola.
Tornando al partito, Alfano si dedicherà, insieme a chi gli starà vicino e a chi vorrà dare il proprio contributo, a "rilanciare il Pdl, allargare l’alleanza nei limiti del possibile, convincere gli indecisi che noi siamo la soluzione per il problema dell’Italia e comunque abbiamo una ricetta migliore rispetto a quella della sinistra". Ci sarà bisogno anche di "spiegare agli italiani che questa sinistra e’ quella di sempre, cioe’ quella che ha dato instabilita’ senza riuscire a dare riforme". Insomma, il Popolo della Libertè è e resta "la ricetta migliore per questo Paese".
Per rilanciare il partito ci sarà bisogno del consenso della gente; la classe dirigente del PdL dovrà per questo essere scelta dalla base. Come Popolo della Libertà, "siamo pronti ad affrontare una selezione dei gruppi dirigenti che faccia arrivare in alto solo i meritevoli, gli eletti forti del consenso della gente". Ecco le regole di Alfano: "ogni leader locale deve essere eletto da chi lo sceglie, quindi viene eletto perche’ ha i voti e ha il consenso nel partito". E la legge elettorale? "Siamo per il cambiamento", non deve essere più possibile che i parlamentari vengano "calati dall’alto", è necessario trovare un filo diretto fra i cittadini e i loro rappresentanti in Parlamento. "Lo scopo delle riunioni che faremo gia’ dalla prossima settimana e’ quello di individuare un sistema elettorale": il PdL deve essere, davvero, il partito "della partecipazione e del merito".
A questo governo non c’è alternativa. Del resto, come si potrebbe pensare a un Bersani o a un Di Pietro qualsiasi alla guida del Paese? "Se Bersani e Di Pietro andassero a Wall Street proponendo la loro ricetta fatta di patrimoniale e aumento della spesa pubblica non credo che i monitor degli operatori si emozionerebbero". "La sinistra e’ quella che col ministro della giustizia prendeva a carico il terrorista Ocalan oppure la Baraldini. Allora mi domando: era credibile ed e’ credibile questa sinistra?".
L’attuale esecutivo continuerà a governare fino al 2013: "Noi difendiamo un’idea che alla sinistra sta sulle scatole: chi vince governa e chi perde sta all’opposizione, senza possibilita’ di ribaltoni".
A chi, come Emma Marcegaglia, si lamenta del fatto che nella manovra varata dal governo non si pensi allo sviluppo, Alfano replica: "Dopo gli antibiotici della manovra, adesso daremo le vitamine per la crescita del Paese. Il prossimo mese sara’ presentato un decreto" per rilanciare l’economia italiana. Sempre replicando al leader di Confindustria: "I provvedimenti adottati dal governo contro la crisi quantitativamente e qualitativamente sono senza precedenti: si tratta dei piu’ grandi interventi che la storia italiana abbia mai conosciuto. Non faremo orecchie sorde se dalle parti sociali arriveranno dei consigli, siamo per un’alleanza sociale".
Spazio anche al tema delle intercettazioni: "Se si intercettassero tutti i cittadini tutti i giorni per 24 ore al giorno e’ matematicamente certo che sarebbero scoperti piu’ reati, ma il popolo non sarebbe piu’ libero". Sull’annoso tema delle intercettazioni secondo l’ex Guardasigilli è quindi necessario "trovare un punto di equilibrio".
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