Gabriele Albertini, europarlamentare Pdl, intervistato a La Zanzara su Radio 24, spiega che è stato sbagliato candidare Nicole Minetti alla Regione Lombardia: tuttavia, la giovane “era in una relazione di grande confidenza e simpatia con il premier. Questo succede nei partiti carismatici”. Ma allora perché adesso, dopo tutto quello che è venuto fuori, Nicole non si dimette? Perché Angelino Alfano, segretario del PdL, non la incontra e le chiede le dimissioni? Albertini scherza – o forse no? – e dichiara: “Bah, chissà… in un incontro privato, forse la Minetti potrebbe convincere Alfano a non dare le dimissioni. E’ una tentatrice”. E poi aggiunge: “Io devo chiamarla collega, ma la vedrei bene in un film di Tinto Brass, un porno molto soft. Ecco, in un film di Brass la vedrei volentieri". Scommettiamo di sì, e Albertini di certo non sarebbe l’unico a “vedere volentieri” Nicole in un ruolo del genere.
Intervistato al Tg4, l’ex sindaco di Milano, parlando degli ultimi scandali in Lombardia, commenta: l’ex tesoriere della Lega Nord Francesco “Belsito e’ la causa della fine di Formigoni”. “Era in contatto con la ‘Ndrangheta secondo alcune accuse che sono state formulate della magistratura. Ha causato lo scompiglio che conosciamo, la fine del leader fondatore Umberto Bossi, del cerchio magico e da questo momento ha perso meta’ del suo elettorato”. Nessuna futura alleanza con i leghisti, dunque, perché “quando un alleato nel momento in cui ci sono da assumersi responsabilita’ di governo, mantenere un ruolo importante nella definizione del programma per il bene dei cittadini, preferisce scavare il barile del consenso residuo e quindi tradisce un patto, credo non ci sia nessuna possibilita’ se non quella di confrontarsi davanti agli elettori e vedere se Maroni riesce ad arrivare primo”. Stop ai ribaltoni del Carroccio.
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