Bisognava esserci per capire, per comprendere, per intendere, l’affetto e la morbosità di un popolo che non ha smesso di credere nella sua ricetta per la libertà. Ci volevano convincere che oramai soltanto Grillo portasse gente sotto il solleone e invece le idi di marzo per Berlusconi sono cominciate sabato 23, riempiendo piazza del popolo a Roma. Un bagno di folla per ringalluzzire le fila azzurre, per dare un segnale forte al Paese, per uscire dall’impasse istituzionale e alzare la voce contro un asse giustizialista e naif che abbraccia il Pd ed il M5s. Tra due settimane Silvio tornerà in Puglia, e da qui partirà un presidio permanente del PdL per sfociare in una evitabile campagna elettorale. Bari ha dimostrato d’essere il capoluogo italiano del centro-destra e di questo siamo orgogliosi, specie in relazione all’amministrazione da dieci anni feudo di Nichi Vendola. Tuttavia non possiamo permetterci di sprecare un’altra tornata elettorale mentre il Paese annaspa in balia di una crisi congenita e sistemica che come un vulnus risucchia linfa vitale al ceto medio e produttivo.
Bersani sta bruciando il suo futuro politico in questo inconcludente giro di consultazioni, dilaniante ed effimero. Ripete pedissequamente i suoi mantra, la corruzione ed il conflitto di interessi, ma oggi in conflitto ci sono soltanto cittadini stremati ed impauriti per un futuro sempre più fosco. Il centro-sinistra regala l’immagine di un comandante di navi che prende il sonno in piena tempesta. Non voglio paragonare Pier Luigi a Schettino però, “torni a bordo!”.
Twitter @andrewlorusso
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