Nicola Zingaretti, segretario dem, durante la direzione Pd di questa mattina, ha detto: “Matteo Renzi deve rispettare il Pd e smetterla di picconare il governo”. “Le altre forze ci rispettino, così danneggiano il Paese! – ha affermato – Da altri mi aspetterei più misura e maggiore rispetto. Soprattutto da forze che si dichiarano avversarie di Salvini e che invece stentano assai nel radicamento sociale e che ogni giorno si mettono in cattedra per dare lezioni di riformismo. Questo atteggiamento non danneggia noi, danneggia l’Italia. Con polemiche che sono riuscite a rimuovere dal dibattito la sconfitta di Salvini in Emilia. Sta a Renzi decidere una sua bussola strategica. Non c’è spazio per una posizione intermedia tra i due poli più forti. Chi finge di non esserne consapevole fa di fatto l’interesse delle destre”.
“Italia viva continua a insistere in una corsa solitaria ed enfatizza i conflitti anche quando le sue ragioni possono avere un fondamento. Mi permetto di chiedere di avviare un ripensamento in Puglia per evitare che dopo anni di buon governo quella regione cada nelle mani delle destre. Dobbiamo lavorare perché nel campo democratico sono avviati processi complessi e non tuti prevedibili. Sulle alleanze il Pd valuterà regione per regione ma bisogna almeno provare a costruire un progetto”.
“Sulla prescrizione – ha proseguito – qualcuno attacca il partito sbagliato. Sulla prescrizione si è fatto un enorme passo in avanti, decisivo. Il ministro Bonafede ha stravolto la posizione di partenza. E se a volte si dice che si attacca il Matteo sbagliato, qualcuno è ossessionato e ha attaccato questa mattina il partito sbagliato”.
Infine: “È inaccettabile picconare il governo, nessuno pensi a soluzioni improvvisate. Chi piccona il governo si colloca in una posizione politicamente ambigua che sta diventando politicamente insostenibile. Perché il veto assoluto non è stato posto ad agosto quando trattavamo sul governo? Nessuno pensi di allungare la legislatura in soluzioni improvvisate o facendoci precipitare in un quadro trasformistico, allungando la vita della legislatura in uno stato puramente vegetativo”.