Nicola Zingaretti, governatore del Lazio e candidato alla segreteria dem, intervistato da Repubblica spiega che per rilanciare il Partito Democratico bisogna ripartire “da un ripensamento della nostra collocazione politica. Occorre rimettere al centro la nostra ragione di esistenza: la giustizia e lo sforzo di chiudere la forbice tra chi ha e chi non ha. Inoltre sul partito occorre lasciarci alle spalle la stolta discussione tra partito pesante e leggero. È superato il vecchio partito burocratico e pedagogico, ma anche l’inconsistenza attuale di un partito che ha perso il senso di una comunità. Ci sono ancora tanti splendidi militanti, ma il tono generale lo danno le correnti, i feudatari locali, la preoccupazione sui destini personali. Dobbiamo stare nelle strade e nei luoghi della vita, insieme finalmente ad una presenza autonoma e forte nella Rete, dove non abbiamo mai investito”.
Sull’immigrazione è a rischio il futuro dell’Unione europea? “L’immigrazione è un problema reale. Ingigantito, però, dalla destra xenofoba di Salvini”. “Si deve dare una risposta duplice. Accogliere umanamente gli immigrati regolari, i profughi. Gestire con giustizia e fermezza gli irregolari, prevedendo il loro rimpatrio. Inoltre, ecco il secondo aspetto, dobbiamo fare esattamente il contrario di ciò che il governo giallo-verde sta facendo. Sostenere i servizi, risanare i quartieri più difficili, investire nelle periferie”.
Le forze progressiste dovrebbero fare fronte comune anche con Macron alle europee del 2019? “Le forze progressiste innanzitutto devono ritrovare tra di loro un’ampia sintonia. La Ue si è piegata troppo agli interessi della Germania, alla politica di austerità, ai bassi interessi sui titoli tedeschi, all’assillo sull’inflazione che alla fine ha determinato una deflazione. Sono peggiorate le vite di una parte grande di europei. L’Europa su questo deve scegliere un indirizzo chiaro. E questo è il senso delle prossime elezioni. Ciò non esclude, a mio avviso, una alleanza politica con Macron anzi, in una parte lunga di questa legislatura europea noi abbiamo governato d’intesa con i popolari”.
“RENZI HA FINITO STAGIONE DA LEADER SOLITARIO”
“Renzi e’ stato una grande speranza, ha fatto cose importanti, ha combattuto con onore e coerenza. Tuttavia la sua stagione e’ finita da leader solitario del Pd. Per me sono vecchi sia i sostenitori della vecchia ‘ditta’, sia quelli che successivamente si sono autoproclamati il ‘nuovo’. Sono vecchi perche’, alla fine, sconfitti sul campo. Occorre prendere atto che va scritta una nuova storia con nuovi protagonisti, aprendosi ai territori”.
“La mia campagna, che parte il 13 ottobre, si intitola Piazza Grande appunto per intendere la partecipazione delle persone. Forse la derenzizzazione l’ha avviata lo stesso Renzi quando si e’ dimesso – ha aggiunto il governatore del Lazio -. Oggi gia’ c’e’ un altro segretario, Maurizio Martina, che deve proteggere, come sta facendo, la sua autonomia e le sue idee”.