"Non volevo intervenire. Lo faccio solo su una piccola questione per me pero’ molto rilevante, che sollevano gli interventi di Ricchiuti e Tocci. La questione riguarda la capacita’ del gruppo del senato di esercitare democraticamente le sue funzioni". Cosi’ il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda all’assemblea del Pd.
"Non so se Renzi prendera’ un caffe’ con Chiti e Mineo. Io so che caffe’ e conversazioni con Mineo e Chiti ne ho presi molti e so che sulla questione delle riforme il gruppo del senato ha fatto 15 assemblee e martedi’ prossimo fara’ la sedicesima. Ci sono 108 senatori del Pd che possono testimoniare personalmente quale e’ stata la liberta’ di espressione di Corradino Mineo nel dire tutto quello che ha voluto", dice Zanda.
Il capogruppo Pd aggiunge: "Se c’e’ una cosa che in questo anno e’ stata garantita a tutto il gruppo del Pd al Senato, nessuno escluso, anzi in misura maggiore a chi dissentiva rispetto a chi faceva parte di una linea maggioritaria, e’ proprio la liberta’ di parola. E una cosa politica su questo la voglio dire: era implicita nella relazione del segretario, io la voglio rendere esplicita. Qui non e’ in gioco la liberta’ di coscienza e neppure le tutele dell’articolo 67 della costituzione. Qui e’ in gioco l’utilizzo che si fa della liberta’ di coscienza, che io ho visto fare molte altre volte e da ultimo nel senato, nel 2007, contro Romano Prodi. Il governo mori’ per mano di Mastella, ma la sua fine e’ stata preparata dal dissenso quotidiano di senatori dell’Ulivo che hanno fatto un gruppo a parte e che ha costituito il terreno" per la crisi del governo.
Zanda aggiunge che "questa e’ una vecchia scuola italiana, la scuola di Ghino di Tacco, esercitata da interi partiti politici marginali per garantire posizioni di rendita e successo alle proprie posizioni. Dobbiamo dare tutta la liberta’ possibile ai nostri parlamentari. E certamente, ha ragione Tocci, vale in misura superiore quando si parla di Costituzione. Ma qui il problema e’ se i lavori di commissione possono essere bloccati da un voto. Voglio dire a Walter Tocci con franchezza: la tesi secondo la quale si vota con il gruppo se e’ necessario e se non lo e’ si puo’ votare contro, io non la condivido, e’ una tesi sbagliata".
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