In vista delle primarie Pd del 30 aprile, gli iscritti hanno votato. Matteo Renzi ha ancora un vasto consenso all’interno del Partito Democratico. Da pronostici, Renzi vince sia a Roma che nel Lazio, dove prende pero’ una percentuale piu’ alta. A Roma hanno votato 7.809 iscritti su 11.086 aventi diritto, pari al 70,96%; nel Lazio i votanti sono stati 27.232 su 41.543 aventi diritto, pari al 65,55%. Nella Capitale dunque Renzi arriva al 62.33%, nel Lazio al 69,58%.
Orlando a Roma prende il 33,85% (2.644 voti), nel Lazio scende al 27,65% (7.531). Emiliano a Roma si aggiudica il 3,8% (297 voti), percentuale che scende nel Lazio a 2,58% (702 voti). Confermato l’exploit di Renzi a Frosinone (81,35%); Orlando va meglio a Viterbo (34,88%), Emiliano a Roma (3,8).
In Toscana per Renzi quasi 4.000 voti in piu’ rispetto al 2013, per la precisione 3.922, con una crescita del 13,54%. Se quattro anni fa furono 15.818 gli iscritti che lo votarono (pari al 54,59%), quest’anno sono stati 19.741, pari al 68,13%. Questi i dati diffusi dal Pd toscano. L’ex premier e’ risultato primo in tutte le 13 federazioni (nel 2013 non vinse in quelle di Livorno, Piombino, Massa Carrara, Pisa), con i maggiori incrementi in Versilia, circa il 29%, Prato con il 25%, Massa Carrara col 23 e poi Firenze, con circa il 21% in piu’.
Con 13.281 voti, pari al 69,39% del totale, Matteo Renzi si attesta al primo posto in Lombardia nelle votazioni dei circoli Pd. Secondo Andrea Orlando con 5.453, pari al 28,49%, mentre si ferma al 2,13% (407 voti) il governatore della Puglia Michele Emiliano. A Milano e provincia l’ex premier conquista il 67,67% delle preferenze degli iscritti ai circoli Pd, pari a 4.748 voti, seguito da Orlando con il 28,55% (2.003 voti), mentre Emiliano arriva al 3,78% (265 voti). Rispetto al congresso del 2013, l’affluenza al voto nei circoli lombardi sale del 7,05%, mentre aumentano le preferenze anche per Renzi: circa 4mila in piu’ rispetto a 4 anni fa. I dati sono stati presentati dal segretario regionale del Pd lombardo, Alessandro Alfieri, che ha espresso “soddisfazione” per questi risultati.
A Faicchio, in provincia di Benevento, la mozione Renzi ha ottenuto il 100% del consenso nell’ambito del locale circolo del Partito Democratico. “Per dirla con una battuta: Faicchio batte Rignano sull’Arno, ma anche tante enclave emiliane, romagnole e toscane storicamente di centrosinistra”, ha commentato il coordinatore locale del Pd.
ORLANDO: HA VINTO RENZI “Ha vinto Renzi ed è fuori discussione”, ma “per me sono andati a votare di meno”. Però “il partito ha sempre ragione”. Lo ha detto Andrea Orlando a “Un giorno da pecora” su Radio1. “Non penso – ha aggiunto – che ci siano stati brogli, penso che alcune cose andrebbero riviste, ma non sposta niente”.
RENZI, “GRAZIE” (dalla enews di Matteo Renzi)
Il PD è un partito democratico. Nel nome. E nei fatti. Decidono gli iscritti nel congresso e poi nelle primarie. Mesi di polemiche e scissioni. Poi la parola passa agli iscritti. Migliaia di circoli, migliaia di dibattiti, centinaia di interventi. Alla fine si vota, grazie a uno sforzo democratico di volontari e militanti che non ha paragoni in Italia. Lo ridico perché sia chiaro: nessuno fa ciò che facciamo noi in termini di democrazia e trasparenza. Oggi Guido Crosetto, già esponente della destra italiana e membro dei governi Berlusconi, scrive su Twitter: “Lo dico per l’ennesima volta: invidio il sistema democratico del PD. Dovrebbe essere obbligatorio per tutti i partiti”.
Prima o poi qualche commentatore si accorgerà anche di questo.
Alla fine del primo round abbiamo ottenuto oltre i due terzi dei voti. Aspettiamo i dati ufficiali per dire la percentuale esatta, ma la matematica non è un’opinione. Domenica a Roma i risultati saranno proclamati e in quella sede lanceremo lo sprint per arrivare alle primarie di domenica 30 aprile. Senza attaccare i nostri avversari interni perché noi non parliamo male degli altri: noi raccontiamo che idee abbiamo per il PD e per l’Italia.
Qualcuno dice che in qualche caso ci sono stati dei problemi e delle incongruenze: sono il primo a dire che dove ci sono problemi riconosciuti (ammesso che ci siano) è giusto che si intervenga con decisione invalidando il voto. Noi siamo i primi ad avere interesse che tutto sia trasparente: perché una vittoria così larga e così bella non sia sporcata dalle polemiche del giorno dopo. Allo stesso tempo chiediamo a tutti di riconoscere la verità dei numeri che non possono essere oscurati da nessuna polemica. Quando si vince, si vince. Quando si perde, si ammette. Punto.
Vorrei dire grazie dal profondo del cuore a tutti. Mettere la croce su un nome è sempre un gesto di grande responsabilità. Ricevere – di nuovo – migliaia e migliaia di voti è una responsabilità ancora più grossa. Abbiamo passato quattro mesi non facili: sentirsi accerchiato da tanto affetto e condivisione sinceramente è molto toccante, dal punto di vista umano prima ancora che politico.
Vorrei dirvi che avverto la necessità di rispondere a questo impegno con umiltà e con coraggio: chi ha votato per la mozione che mi sostiene, insieme a Maurizio Martina, ci sta dicendo che vuole un’Italia che vada avanti, che non si fermi, che non si rassegni, che non abbia paura. E ci sta dicendo che dobbiamo spingere ancora più di prima, tutti insieme. Facendo tesoro degli errori. Ma non perdendo mai la fiducia e la tenacia.
Grazie a tutti quelli che in queste settimane hanno lavorato, organizzando le assemblee e le votazioni, gratuitamente e senza gloria; dalle migliaia di militanti che l’hanno presentata in tutti circoli fino a chi votandoci ci ha consegnato un pezzetto del suo futuro. Mi piacciono quelle lingue in cui grazie si dice con un concetto che in Italiano traduciamo con “Obbligato”. Il mio grazie è sentirmi obbligato a fare del mio meglio insieme a tutti voi. Siamo il PD, siamo l’Italia: possiamo farcela, dobbiamo provarci. Adesso, avanti, in cammino verso le primarie del 30 aprile.
Discussione su questo articolo