Matteo Renzi ha lanciato ieri, partendo da Verona, la sua campagna elettorale. Il sindaco di Firenze, candidato alle primarie del centrosinistra, propone rottamare il vecchio, sì, ma anche l’idea di un’altra Italia. Con lui tanti giovani, e non solo: forze nuove e fresche disposte a lottare con forza per difendere le proprie idee.
Il Pd non è diverso dagli altri partiti tradizionali: sempre le solite facce, i soliti schemi, le solite chiacchiere. Come ha dichiarato Gianni Morandi, ben vengano nuove energie.
Certo è che all’interno del Partito Democratico l’uragano Renzi non piace a tutti. Il presidente della Regione Toscana, per esempio, su Facebook scrive: “Molti mi chiedono cosa penso del discorso di Renzi. Mi sembra un discorso un po’ vacuo. Insomma di quelli soliti che si fanno per piacere un po’ a tutti, molto moderato, molto di centro”. E dopo avere espresso la sua opinione, aggiunge: “Adesso scusatemi, su Renzi per oggi basta, perche’ devo lavorare…”.
Si affida ai social network anche Marco Follini, senatore Pd, che su Twitter “cinguetta”: "Renzi non e’ ne’ una minaccia ne’ una salvezza. Nelle cose della politica c’e’ sempre una ragionevole via di mezzo".
Ed ecco Massimo Cacciari: “Come diavolo fa Renzi a chiedere il voto del Pdl? Non corre per il Pd? Siamo alle barzellette, alla farsa, alla pochade. Io non sono mai stato un patito delle primarie ma e’ evidente che occorre un minimo di regole”. Al quotidiano di Torino, la Stampa, Cacciari spiega: “Non si puo’ fare quello che fa Renzi. Siamo un paese in preda dei pazzi. L’unica reazione logica e’ quella di Alfano”.
Cos’ha detto Alfano? A Frascati, alla presentazione del Manifesto di Magna Carta e Italia protagonista, il segretario del PdL ha dichiarato: “La mia impressione è che Renzi stia dicendo cose talmente simili alle nostre e irrealizzabili nel suo campo (dove ci sono i nipotini di chi viene dal Pci) che se non vince le primarie finirà per votare per noi”.
Gianfranco Fini, leader Fli, fa gli “auguri” al sindaco rottamatore, mentre il leader dell’Udc Casini vede Renzi come “un giovane che porta il suo contributo a rinnovare la politica, contributo importante e la competizione è il sale della democrazia: se si ha paura della competizione vuol dire che si ha già perso”.
Fra le reazioni del Pd, registriamo anche quella di Stefano Fassina, responsabile economico del partito: “Ho visto tanti slogan, tanti effetti speciali, fuochi d’artificio. Poche idee".
Potito Salatto, di Futuro e Libertà, in una nota spiega di non condividere “chi come Renzi e altri impostano la loro azione politica con una battaglia generazionale tout court. Cosi’ non si va da nessuna parte ed e’ un peccato".
Sul caso Renzi si esprime anche il capogruppo del PdL a Montecitorio, Fabrizio Cicchitto: “Capiamo le ragioni di opportunita’ e anche di garbo per le quali nel suo appello ai ‘delusi del centrodestra’ Renzi li ha invitati a votare per il Pd nel caso in cui egli a novembre vinca le primarie. In effetti in un contesto da lui stesso creato – che e’ tutto fondato sulla forza e sulla immediatezza della comunicazione – Renzi sta giocando un’altra carta: le sue posizioni sono cosi lontane da quelle della sinistra tradizionale che per recuperare i consensi egli ha lanciato un messaggio per avere una sorta di soccorso azzurro proprio alle primarie. Solo attraverso un cocktail di consensi destra-centrosinistra Renzi potrebbe usufruire di un tale rimescolamento delle carte da vincere le primarie in un partito di sinistra qual è il Pd".
Insomma, Matteo Renzi divide la politica italiana, tutta. E siamo certi che dopo avere letto giornali e dichiarazioni dei diversi politici se la stia ridendo di gusto. Ha già raggiunto il suo primo obiettivo: far parlare di sé, rompere gli schemi, essere protagonista. Il povero, vecchio, eterno Bersani, sembra già soltanto un ricordo…
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