Caro Direttore,
prendendo spunto dal tuo ultimo editoriale pubblicato su ItaliaChiamaItalia, le mie riflessioni mi spingono a considerare il ruolo dell’on. Garavini all’interno degli ultimi governi a guida Pd e quello svolto nell’ambito del suo partito (Pd), ruolo che va ben oltre a quello conferitogli dai suoi elettori. Un ruolo di prima donna, da pseudo intellettuale di rango, da persona molto navigata che sa amalgamare gli interessi dell’uno e dell’altro, assicurando quei voti che possono derivarle dal contesto in cui opera.
La Germania, si sa, è fonte di buoni guadagni elettorali, sia nell’immediata tornata per le Europee ed anche, in prospettiva, per Renzi, qualora si dovesse ricorrere alle elezioni politiche. Non per niente Renzi le ha affidato un ruolo di coordinatrice per il prossimo semestre europeo a guida italiana. Ma nello stesso tempo mi sa che la Garavini sia stata quasi investita (o si sia investita) della funzione di sottosegretario con delega per l’emigrazione, collaborando e suggerendo sia al partito che al governo la politica per l’emigrazione, di cui si fa portavoce.
La mia conoscenza dell’on. Garavini si base sulla lettura dei suoi invadenti commenti e delle sue proposte e propositi di soluzioni a tutte le questioni che investono il mondo dell’emigrazione. Penso che ci troviamo di fronte ad una persona molto scaltra, capace (soprattutto di riconoscere un suo merito personale su tutto quello che viene approvato) e temibile; temibile perchè ogni suo gesto, questa è la mia sensazione, è improntato ad un unico interesse di tipo carrieristico, sacrificando i nostri interessi, di noi italiani nel mondo.
Capace di vendersi bene, dimostra di saper spaziare su temi di vasto orizzonte come quello della mafia, dei diritti civili, del diritto delle donne, del diritto dei bambini al cognome della madre, di politica nazionale, europea, internazionale, ed altro ancora.
Non si dimentichi che per noi all’estero ha proposto soluzioni legislative in materia di Imu, proponendo addirittura un suo disegno di legge al riguardo (mai discusso), di contributi per i corsi di lingua e cultura italiana, in materia di detrazioni sull’Imu (che mi auguro vengano concesse solo a lei), sul voto degli italiani all’estero, sui finanziamenti ai Comites ed altro.
Non ha mai creduto nel nostro diritto al riconoscimento come prima casa della nostra abitazione in Italia, fingendo come il suo partito di appartenenza.
Sta di fatto che la sua politica personale riflette la politica del suo partito di appartenenza e dei governi Pd, che sono stati e sono un vero disastro per l’emigrazione, se non altro per l’arroganza, l’insensibilità e la strafottenza che tuttora dimostrano.
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