"Sono il primo a riconoscere che di Renzi non ci si può fidare", "ma adesso Matteo è in piena navigazione e deve governare", "se non si negozia si mangia la merda", "io sono sulla linea di Damiano, Rossi, Martina, Orlando. Dopo una sconfitta ci si rimbocca le maniche e si lavora. Le azioni di sabotaggio le lascerei fuori dal Parlamento. Vanno bene per le forze populiste non per la sinistra di governo". Così Sergio Staino, in una intervista a Repubblica, torna sulla sua polemica con la minoranza Pd e non esclude il rischio di una scissione: "Alcuni compagni mi dicono che è troppo tardi, che il Pd è votato alla fine".
Di Cuperlo dice: "Io gli voglio bene. A me che me ne frega di D’Attorre? Gianni è un’altra cosa: lui deve lavorare a fianco di Renzi per tentare un’operazione unitaria. Lo fa Enrico Rossi perché non può farlo lui?", "sono i Bersani, i D’Alema, che hanno voluto fare il Pd e sono stati mangiati dalla Margherita. Adesso dovrebbero solo chiedere scusa e lasciare la politica ai più giovani, a Cuperlo, a Speranza. Invece non succede, rivogliono le poltrone". E sulla riforma del Senato commenta: "Non cambierà la democrazia di questo Paese. Napolitano dice che bisogna andare avanti. Di lui mi fido".
Discussione su questo articolo