Sembra essere Romano Prodi il nuovo nemico del Partito Democratico guidato da Pierluigi Bersani. Ieri Mortadella ha firmato per il referendum sulla legge elettorale: "Ho firmato per dovere civico, è una cosa che sento di fare, per dare stabilità e forza alla nostra democrazia". Con lui, a Bologna, c’era Arturo Parisi.
Per il Professore è un dovere civico abrogare questa "porcata" di legge elettorale, che non garantisce ai cittadini la possibilità di inviare in Parlamento dei loro rappresentanti, che vede comandare i capi partito che preparano le liste come vogliono loro.
"La gente si pone il problema di una legge elettorale iniqua che deve essere sostituita", sottolinea Romano. "Se i partiti riuscissero a fare una riforma elettorale loro immediatamente, io sarei l’uomo più felice del mondo. Non abbiamo mica sposato il referendum per disturbare la gente. Quindi se i partiti si mettono in gioco per una buona legge elettorale va ancora meglio".
Ma il Pd non ha nessuna voglia di mettersi al lavoro per cambiare la legge elettorale. Non è un argomento sul tavolo, almeno per il momento. Eppure prima o poi bisognerà farlo, avverte Prodi, altrimenti sarà la politica a perdere. "Sono purtroppo tante le sconfitte della politica ed è per questo che bisogna rianimare e riprendere il senso del futuro. Con un Parlamento così distaccato dalla gente questo obiettivo è impossibile".
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