Effetto domino per il Partito Democratico all’estero. Tutto sta crollando, non va bene niente. Gli stessi candidati del Pd non ci credono più: “Qui andiamo a perdere, nessuno mi obbliga a candidarmi per forza, io me ne sto a casa”. E’ questo il ragionamento di molti. Un pensiero che, a dirla tutta, sfiora anche i possibili candidati del centrodestra. Già, anche da quelle parti è caos totale, dopo il passaggio al MAIE di Susy De Martini e di Paolo Canciani. Ma parlavamo del Pd.
Il Pd continua a perdere i pezzi, in tutto il mondo. In Europa, in Sud America. In Nord America. Elena Luongo, Segretaria del Circolo PD di New York e delegata per il Nord America in Assemblea Nazionale, ha lasciato il partito la scorsa settimana.
Lo stesso ha fatto Giuseppe Continiello, Segretario del PD di Montréal: anche lui si è dimesso e, a quanto raccontano, se n’è andato sbattendo la porta, nonostante le parole dolci usate in un comunicato congiunto, nel quale Luongo e Continiello spiegano che a motivare la loro scelta di lasciare il PD sono state “le modifiche introdotte dalla Legge elettorale al voto estero (possono presentarsi all’estero candidati residenti in Italia)” e “l’assenza di interlocuzione e di confronto nel rispetto della pluralità e della democrazia interna e la delegittimazione dell’Assemblea Estero in Assemblea Nazionale (violazione delle regole statutarie e giochi di potere che nulla hanno a che fare con il principio della rappresentanza)”.
Ma in realtà i topi scappano quando la nave affonda. Tradotto, in molti stanno abbandonando il Partito Democratico perché stanno capendo una cosa: che la battaglia è persa. Anche in Nord e Centro America la sinistra è divisa, spaccata. In campo c’è la lista di Grasso, Liberi e Uguali, che toglierà al Pd un sacco di voti.
Inoltre la coordinatrice del Pd, Anna Grassellino, “si occupa di tutto tranne che di coordinare la campagna elettorale”, dice a Italiachiamaitalia.it una fonte Pd che vuole restare anonima. Senza una coordinatrice valida, senza un motore che funzioni davvero, la lista Pd è ancora più debole e chi è pronto a candidarsi è, paradossalmente, pronto anche a ritirarsi dalla lista da un momento all’altro.
Anche negli States e in Canada dunque i dem sono allo sbando. Nel centrodestra la confusione è totale, lo abbiamo detto. E intanto salgono le quotazioni del Movimento Associativo di Ricardo Merlo. Ma la partita è ancora tutta da giocare.