La giusta dose di esperienza e tante facce nuove. Matteo Renzi lavora alla nuova squadra del Nazareno che dovrebbe essere presentata entro mercoledì. Il segretario dem non rinuncia ad un suo credo antico: i sindaci, sempre in prima linea, capiscono prima degli altri dove va il Paese ed è dal loro lavoro che il Pd deve ripartire. Ecco perché, viene spiegato, saranno con ogni probabilità quattro i primi cittadini a comporre il ‘board’ del partito.
Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e vicepresidente dem, dovrebbe essere confermato agli enti locali, mentre faranno il loro ingresso al Nazareno il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà (classe 1983), quello di Ercolano Ciro Buonajuto, quarantanni quest’anno, e il 37enne primo cittadino di Mantova Mattia Palazzi.Farà parte della ‘nuova’ squadra di Matteo Renzi, poi, l’ex sottosegretario al Lavoro Tommaso Nannicini, che in questi giorni, insieme all’ex premier, sta già lavorando al programma, in vista di una possibile campagna elettorale.Guardare alla voce esperienza per deleghe importanti come gli Esteri, dove rimane in pole position l’ex sindaco di Torino Piero Fassino e la cultura, che dovrebbe ricoprire l’ex magistrato Gianrico Carofiglio.Continua in queste ore, invece, viene spiegato, la discussione sulle possibili riconferme. Oltre ai due vice segretari Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani, dovrebbero rimanere al loro posto David Ermini, Filippo Taddei ed Emanuele Fiano, come pure – a rappresentare la quota di minoranza che fa capo a Gianni Cuperlo – Andrea De Maria. Nessuna tregua invece con l’area di sinistra guidata da Pierluigi Bersani e Roberto Speranza.
La minoranza bolla come “insufficiente” la riflessione di Renzi sulla sconfitta subita il 4 dicembre. “Se il punto di partenza della sua analisi è che il referendum è stato perso a destra ‘perché ‘tanto i compagni ci sono’, cominciamo male. Il renzismo non ha capito la lezione, si rischia di tornare a sbattere”, avverte l’ex segretario del Pd. “L’autocritica di Renzi sembra quella di Fonzie: ammetto i vostri errori, chiedete scusa – gli fa eco Miguel Gotor – Abbiamo vissuto tre anni in una bolla comunicativa fatta di slogan e tweet. Ora ne vuole costruire una nuova con l’idea del ‘ritorno’, ma ha troppa fretta”.Il vero ritorno di Renzi, in realtà, spiegano alcuni parlamentari renziani, dovrà attendere il pronunciamento della Consulta sulla legge elettorale. Solo allora i partiti scopriranno le carte su possibili convergenze sul nuovo sistema di voto e sulle reali intenzioni di andare alle urne. “Il partito del non voto – assicura Ettore Rosato – esiste ed è molto affollato”.
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