"L’azione nel semestre italiano e quella quotidiana dei prossimi anni, deve essere incentrata con grande determinazione a dare all’Europa un respiro più ampio delle piccole e grandi questioni che l’hanno attraversata in questi anni". Cosi’ Matteo Renzi a proposito della Ue nel corso della sua relazione alla Direzione del Pd. Il premier, preannunciando "istanze di cambiamento della Ue in tutte le sedi" ha ribadito che "non e’ possibile ci sia un’Europa che si occupa di tutto e lascia l’immigrazione a noi. In campagna elettorale erano slogan, ma ora sono impegni".
"Siamo il primo partito del Pse – ha aggiunto -, non per andare a mettere bandierine con i nomi, e’ fisiologico, ma il nostro compito e’ richiamare il Pse a quanto detto in campagna elettorale che e’ per noi fondamentale e per cui siamo entrati nel Pse". "Prima di discettare sui nomi – ha poi sottolineato riguardo alle scelte del Consiglio Europeo per gli incarichi della nuova legislatura comunitaria – e’ fondamentale capirsi sulle idee".
"L’ampiezza del voto – ha poi osservato il presidente del Consiglio parlando del suo partito – ci porta a dire che questo voto non e’ solo per il Pd e il premier ma va ben oltre. E’ un voto dato dagli italiani per l’Italia. Questo consenso ci impone di provare a cambiare il nostro paese in modo deciso". "Siamo il partito piu’ votato in Europa – ha ricordato Renzi – piu’ della Cdu e non bisogna immiserire questo risultato con le polemiche e gli scontri interni ". E a questo proposito il premier ha detto di trovare "allucinanti le polemiche per la foto di gruppo: non c’e’ nessun salto sul carro ma un partito che e’ convinto di poter discutere al proprio interno con serenita’". "L’assemblea nazionale del 14 giugno – ha poi auspicato Renzi – non sia solo l’occasione per eleggere il presidente, ma l’occasione per un nuovo inizio insieme. Non puo’ essere la sommatoria di correnti, non interessa a nessuno". "Andra’ rinnovata la segreteria – ha aggiunto -, meta’ sta al governo e non ha senso che rimanga cosi’".
"In un momento, raccontato da altri, di sfascio del paese – ha proseguito Renzi -, il Pd si e’ posto non come garante di conservazione ma come testimone di speranza. Non possiamo indietreggiare di mezzo centimetro da questa aspettativa su di noi". "Il Pd e’ chiamato ad essere il partito della nazione e della speranza – ha proseguito – Nel 40,8 per cento del Partito democratico non c’e’ solo il voto della volontaria dei tortellini di Modena ma anche quello dell’artigiano del Nord Est". "A San Giovanni – ha poi ricordato il segretario Pd -, la sera della chiusura della campagna elettorale, sul palco del M5S e’ salito un cantante che dice del capo dello Stato io odio Giorgio Napolitano, non il politico ma l’essere umano. In quel momento, si e’ toccato il punto piu’ basso non solo perche’ a Napolitano va il nostro affetto, la stima, la gratitudine e la riconoscenza, ma perche’ la dimensione dell’odio andava oltre il rispetto della civilta’ politica. Verso un odio personale e umano, in una sorta di furore cieco e carico di cattiveria, che non era quello a cui l’Italia voleva essere chiamata".
"Nessuno di noi fara’ campagna acquisti in Parlamento – ha poi detto il premier -, ma non c’e’ ombra di dubbio che la disponibilita’ a ragionare e a riflettere, immaginando che l’orizzonte della legislatura sia quello del 2018, sia fisiologico. E non perche’ lo vogliamo noi ma perche’ si sono verificate delle scomparse sostanziali di altri partiti politici e questo e’ un dato di fatto. E chi di noi e’ un autentico bipolarista sa che questo non e’ di per se’ un male". "L’Italia – ha proseguito Renzi – ha bisogno di riforme adesso. Per essere credibile nella Ue, il tempo delle riforme e’ adesso, nessun rinvio. Dopo il risultato delle elezioni europee – ha aggiunto Renzi -, abbiamo il dovere di presentarci a quella storica battaglia europea togliendo ogni alibi a chi dice che il problema dell’Europa e’ l’Italia e il problema dell’Italia sono le istituzioni europee. Per questo auspico che entro l’estate si chiuda il capitolo legge elettorale, subito dopo la riforma della Costituzione" ma "non per andare al voto". "Il lavoro e’ la madre di tutte le battaglie – ha poi aggiunto Renzi -, faremo un passo avanti sul ddl delega. Su questo tema saremo giudicati piu’ che dai mercati internazionali, da potenziali investitori. Mai come ora c’e’ uno sguardo di attenzione verso l’Italia".
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