Matteo Renzi parla alla direzione del Partito Democratico e a proposito delle elezioni amministrative spiega: "C’è un mese di tempo, parliamo di problemi reali, confrontiamoci su questioni puntuali. I candidati sindaco vadano con il sorriso aperto in mezzo alle persone, si facciano notare per le loro proposte". Secondo il premier-segretario “obbiamo tirare su il simbolo del Pd perché è importante il simbolo del Pd che sale di uno o due punti alle amministrative, specialmente nelle città dove rischiamo di non andare al ballottaggio". Insomma, “non dobbiamo vergognarci di quello che siamo”.
Poi una frecciata al M5S: i Cinque stelle "in cinque anni hanno vinto in 17 comuni, in tre hanno mandato a casa il sindaco e nella metà di quelli rimasti hanno problemi per la giustizia. Non e’ che i Cinque stelle che vanno a governare danno fulgido esempio di pratiche amministrative, si dimostrano per quello che sono e la’ dove c’e’ uno bravo di solito lo isolano". Dunque, “non cadrei nelle provocazioni altrui. Ne’ nella logica del bisogno costante di sondaggi. Tutte le volte abbiamo una situazione sui sondaggi per cui i Cinque stelle vincono nel 106 per cento dei comuni al voto”.
Rispondendo alle perplessità della minoranza a proposito dei comitati per il Sì al referendum costituzionale: “I comitati dal basso sono l’ossatura del niente perché il presente, passato e futuro si chiama Pd”. "Figuratevi se voglio personalizzare" il referendum. Ma dopo che le riforme sono state un elemento fondativo del governo, "se a fronte dello straordinario lavoro fatto poi ti dicono di no, devi prenderne atto”.
"Ho deciso di modificare la struttura della segreteria e percio’ non l’ho convocata negli ultimi mesi. Interverremo dopo le amministrative con una modifica la piu’ condivisa possibile. Chi vorra’ fara’ le sue valutazioni da qui a fine giugno". "Per l’ultimo anno la modificheremo in modo libero, franco e aperto", ha aggiunto.
Matteo Renzi lascia al Pd la "scelta dell’arma" al congresso ma nel frattempo invita a evitare le "diatribe interne". Lo ha detto lo stesso segretario alla direzione Dem. Renzi ha lanciato cinque mesi di "mobilitazione permanente" del Pd in vista delle amministrative e del referendum che può essere vinto se la campagna viene affrontata senza "rinchiuderci nelle diatribe interne". "Dal giorno dopo – ha ribadito – congresso: si può votare in tre mesi, sei mesi, un anno, per tesi o singole questioni, io ci sarò, potete scegliere l’arma, ma l’importante è che ci sia l’arma della franchezza. Ma da qui a cinque mesi dobbiamo mettere al centro le istanze profonde del nostro popolo e della nostra gente".
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