Se la Procura di Napoli chiedesse l’autorizzazione ad arrestare Silvio Berlusconi, il Partito Democratico sarebbe pronto a dare il via libera. Apriti cielo. Lo scontro fra Pd e PdL aumenta ancor di più. Non è bastato evidentemente l’appello di Giorgio Napolitano: il capo dello Stato si era operato, meno di 24 ore fa, per fare in modo di disinnescare il conflitto tra politica e magistratura. Ma la giustizia continua a dividere duramente le forze politiche.
Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria del Pd, a chi gli chiede se voterebbe a favore di una eventuale richiesta di autorizzazione all’arresto nei confronti di Berlusconi, risponde: "Se gli atti fossero fondati penso proprio di sì". La presa di posizione del Pd manda letteralmente in bestia il PdL. Per Maurizio Gasparri, capogruppo PdL in Senato, le reazioni del Pd sono “deliranti”, per l’ex ministro Mariastella Gelmini "Migliavacca ha i paraocchi come certi cavalli da corsa, ma attaccando Berlusconi va solo a sbattere", per Altero Matteoli "Migliavacca si e’ avventurato in una dichiarazione gravissima che non risponde al richiamo del Capo dello Stato". Le dichiarazioni del PdL contro il coordinatore della segretaria del Pd non si contano più, hanno invaso le agenzie. Non basta che Andrea Orlando, responsabile Giustizia del Pd, parli di “reazioni strumentali” e spieghi che “la linea del Pd e’ quella che ha illustrato Migliavacca, che poi e’ la linea che abbiamo sempre tenuto: guardare le carte e poi decidere, senza alcun elemento di pregiudizio". La bomba è scoppiata.
Il PdL continua la propria battaglia contro le toghe rosse. E’ lo stesso Silvio Berlusconi, in un’intervista a Panorama, a parlare di magistratura “irresponsabile”. Il Cavaliere torna a denunciare l’uso politico della giustizia nei suoi confronti. "Corre voce – afferma l’ex premier – che nel palazzo di giustizia di Milano si parli espressamente e senza vergogna di una ‘operazione Craxi 2′. Non sono riusciti a eliminarmi con il mezzo della democrazia, le elezioni, e ora tornano a provarci attraverso questo uso della giustizia a fini di lotta politica. Sanno che sono io il vero ostacolo sulla strada della sinistra". Proprio per questo per il leader del PdL bisogna portare avanti “una battaglia per ottenere, naturalmente, le stesse garanzie per gli esponenti politici della sinistra. E’ una battaglia che non si puo’ perdere, se non si vuole che l’Italia continui a essere un Paese in cui nessuno che si dedichi al servizio della politica possa vivere sereno”. Il partito dell’uomo di Arcore si prepara a scendere in piazza: il 23 marzo a Roma, e poi in diverse piazze italiane. Come ha già annunciato Berlusconi giorni fa, “sarà campagna elettorale permanente”. Clima di fuoco, in un gelido mese di marzo italiano.
Discussione su questo articolo