Maurizio Martina, reggente del Pd, lo dice in maniera molto chiara: il Partito Democratico certamente ascolterà le indicazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma partecipare a una coalizione di governo sarà molto difficile. “Abbiamo riconosciuto la sconfitta, dobbiamo lavorare da minoranza e confrontarci con gli altri su alcuni temi, sapendo che quell’esito elettorale non può essere rimosso”. Insomma, gli elettori ci vogliono all’opposizione e quello sarà il nostro ruolo, ribadisce Martina.
Salvini e Di Maio sono i vincitori delle Politiche 2018, ma di certo “non auspico un governo M5S-Lega. I contenuti e le scelte che un governo del genere potrebbero prendere mi preoccupano”, “non ho capito dove il M5S vuole portare l’Italia. Ho capito, e mi preoccupa un po’, il loro pensiero sulla democrazia. Ci sono scelte di merito che ci differenziano”.
Matteo Salvini “si è sempre professato a sostegno dei dazi, per noi è una prospettiva devastante. Non posso pensare al PD come stampella di governi che abbozzano prospettive del genere”. L’alternativa estrema però è un ritorno alle urne e “non lo auspico. Penso che quando un paese non è in grado di determinare stabilità è un problema. Uno scenario del genere sancirebbe la sconfitta di chi ha prevalso il 4 marzo”.
Per quanto riguarda il futuro del Partito Democratico: “Non credo che il Pd rischi l’estinzione. Dovremmo concentrarci in un lavoro di almeno un anno per mettere a fuoco i fondamentali del nostro progetto. Le primarie sono state un’occasione strepitosa, secondo me lo saranno ancora, ma non bastano. Non possiamo pensare di risolvere i nostri problemi solo in una domenica al gazebo. La scelta del prossimo segretario? Lo sceglierà il congresso”.