Proprio all’Italia doveva capitare un’opposizione così “malefica”, così “anti italiana”, così capace delle più meschine azioni. Un’opposizione che preferisce che tutto vada in malora purché cada colui che nel 1994 le ha impedito di andare al potere. L’Unione Europea (UE) da tempo accusava l’Italia di non essere sufficientemente determinata a sostenere la crescita e lo sviluppo, senza i quali non e’ possibile diminuire “quell’enorme debito” che i precedenti governi di centrosinistra hanno prodotto con regalie, clientelismo, assistenzialismo, mazzette personali e finanziamenti ai partiti incluso quello comunista.
Recentemente Gianfranco Fini, invece di pensare ai suoi scheletri che ha nell’armadio, ha irriso a Ballarò la moglie di Bossi, ex insegnante, perché a suo tempo e’ andata in pensione a trentanove anni. E’ stato spiegato a Fini che la signora ha lasciato il lavoro ai sensi di una legge vigente in quel momento. Dunque non le si può imputare nulla. In quel caso il “delinquente” è stato il Parlamento che ha votato una legge demagogica senza curarsi dell’ingiustizia di caricare, sulle spalle dei contribuenti, il mantenimento di persone che potevano benissimo lavorare ancora a lungo. Per non parlare del danno ai conti dello Stato. Ma, appunto, chi erano questi deputati e questi senatori? La legge e’ del 1973: gli anni del “compromesso storico”. Come sa chiunque si interessi di politica, era quello il tempo in cui praticamente tutte le leggi sono state “concordate” fra il Pci e la maggioranza, in questo caso composta da Psi, Psdi, Pri e Dc. Infatti, secondo i massimi pensatori politici del tempo (per esempio Aldo Moro) non si poteva tenere fuori dal potere un partito che otteneva circa il 30% dei voti. Il Pci, dunque, stava all’opposizione, ma “co-governava”. La legge di cui parliamo e’ stata voluta da tutti i partiti dell’“arco costituzionale”, in particolare dal Pci. Si e’ concessa la pensione alle impiegate pubbliche con figli dopo quindici anni di servizio e agli impiegati pubblici, in generale, dopo venti. Con assegni pressoché pari alla retribuzione. Qualcuno si rendeva conto dell’immenso danno economico del provvedimento, ma il Pci si compiaceva che avrebbe fatto ricadere la responsabilità del provvedimento sugli altri, dato che la pubblica opinione non si rendeva conto dei legami “consociativi” con il governo.
Gianfranco Fini dovrebbe dunque prendersela con il Terzo Polo, nel quale si e’ “rifugiato”, perché gli ex Dc sono i primi responsabili dell’enorme debito pubblico. Inoltre dovrebbe prendersela col Pd, che raccoglie gli eredi del Pci e della sinistra Dc. Il peggio del peggio. Prendersela con un singolo cittadino e’ perfettamente stupido. La battuta di Fini e’ pura demagogia, com’e’ demagogia la reazione dell’opposizione e dei sindacati alle richieste dell’Unione Europea e ai provvedimenti varati dal governo per il rilancio dell’economia e la riduzione del debito pubblico.
La UE ha suggerito una scaletta di provvedimenti che il governo ha recepito predisponendo un calendario delle scadenze per attuarli. Tra i provvedimenti lo snellimento e l’ammodernamento del mercato del lavoro. Le aziende, che sono in difficoltà economiche o che hanno introdotto più efficienti sistemi di automazione, possono ridurre il personale, aumentando così la competitività in un mercato globale sempre più aggressivo e spietato. Gli operai licenziati, anche se assunti a tempo indeterminato, non saranno abbandonati, ma potranno godere della cassa integrazione da uno ad un anno e mezzo dopo il licenziamento, mentre saranno previsti meccanismi per il più sollecito reinserimento nel mondo del lavoro. Ed e’ quello che già avviene in qualsiasi Paese industrializzato nel mondo (compresa l’Australia) quando un’azienda si trova in difficoltà economiche e si vede costretta a ridimensionare la forza lavorativa. Ma per Bersani, l’azienda non e’ concepita come un’impresa che deve fare profitti per mantenersi in vita, bensì come un “ente assistenziale”, evidentemente e’ ancora imbevuto di quella ideologia comunista dove la produzione e’ statalizzata e non importa se non e’ competitiva, tanto c’e’ “babbo Stato” che paga. Per questo il regime comunista e’ andato in rovina e si e’ convertito al libero mercato. Ma ficcaglielo in testa a questa opposizione che i tempi sono cambiati e non si può parlare più del “padrone” e del lavoratore “schiavizzato”. Fallo capire ai lavoratori che e’ meglio questa pur “amara medicina” che far fallire le aziende, cioè chi dà loro il lavoro e mandare a catafascio l’Italia. Ed ecco che e’ iniziata la propaganda ingannevole: tutti i giornali di sinistra intitolano “Al via i licenziamenti facili” e siccome gli impiegati ed i lavoratori sono stati abituati a ragionare per slogan, ecco che in massa “marceranno” su Roma e magari con loro gli “infiltrati” che spaccheranno le vetrine, incendieranno i negozi, le auto e le case.
L’opposizione pensa che questa sia l’ennesima occasione per far cadere il governo, fregandosene altamente dell’interesse dell’Italia. Il Presidente della Repubblica invita il governo a scelte anche “impopolari”. Mi sa tanto che in questa sua insistenza c’e’ la strategia di far diventare il governo “impopolare” agli elettori per fargli perdere i consensi e, quindi, le elezioni.
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