La riforma della legge elettorale divide le varie anime del Partito Democratico, già alle prese con una questione morale grande così, dopo il caso Penati. Romano Prodi asseconda la spinta referendaria: "Appena torno a Bologna vado a firmare", scrive sul web. Secondo il Professore bisogna "restituire ai cittadini italiani il diritto di scegliere i propri rappresentanti", e bisogna farlo "prima possibile", entro questa legislatura quindi. Per poter votare alle prossime elezioni politiche con la nuova legge. Un annuncio, quello di Mortadella, che crea non poca effervescenza nel Pd.
Giorgio Merlo legge nelle parole di Prodi una volontà "di indebolire, se non ridicolizzare, il Pd", mentre Arturo Parisi esulta: "Non credo che nessuno possa considerare una notizia la scelta oggi dichiarata da Romano Prodi a favore del Referendum abrogativo di quell’infame Porcellum". Si tratta, spiega Parisi, di un "invito ai cittadini", affinchè vadano a firmare appena possono.
Le 500mila firme per presentare il referendum devono essere raccolte entro poco meno di un mese (il termine scade il 25 settembre). C’è chi parla di "un’impresa disperata", ma i sostenitori del referendum vanno avanti. E se ce la facessero?
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