Massimo D’Alema, intervistato dal quotidiano ‘L’Unità’, conferma: non si ricandiderà. Una scelta che l’ex presidente del Consiglio non vive “come un passo indietro”, al contrario: per lui è “l’opportunita’ di organizzare diversamente il mio impegno e la mia partecipazione”. Del resto, dice D’Alema, “la mia storia e la mia formazione” mi hanno insegnato “che la politica non si realizza esclusivamente in Parlamento”.
La rottamazione? D’Alema non può accettare questo termine né questa filosofia: “Non per ragioni personali, come credo ormai sia chiaro, ma perche’ la ritengo distruttiva per il centrosinistra e per il Paese". E il sindaco di Firenze, candidato alla primarie del centrosinistra? “Renzi non e’ un piccolo maleducato. Le sue posizioni rappresentano l’irrompere del qualunquismo populista nel nostro campo e il rischio di una vera e propria mutazione. C’e’ l’intromissione di un rampantismo senza radici e senza principi. Mi batto contro la rottamazione, perche’ la rottamazione non e’ il rinnovamento, ma un chiaro messaggio di natura politica e culturale dai forti significati negativi”.
Per D’Alema “Bersani rappresenta il rinnovamento che io condivido e intendo agevolare, tutt’altro rispetto alla rottamazione. Se vince Renzi temo s’aprirà un conflitto.
D’altro canto è quello che vuole lui, che annuncia”. E comunque, “se vince Bersani promotore del rinnovamento io non chiederò alcuna deroga. Il Parlamento non è il luogo esclusivo dell’impegno politico".
C’è tempo anche per un’opinione su un eventuale Monti bis: “Non ci si rende conto che l’attuale governo nasce in una particolare condizione di emergenza e sulla base di una maggioranza innaturale di cui si avvertono già tutte le difficoltà. Come si può pensare che questo tipo di alleanza possa durare un’intera legislatura?”.
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