Gianni Cuperlo, intervistato da Andrea Scanzi nel corso della puntata di Reputescion in onda questa sera alle 22 su La3 (Sky can 163 – Dtt can 34), parlando di Matteo Renzi ha detto: “’Renzi mi ha sempre incuriosito, e’ un uomo di straordinaria energia, trasmette uno spirito volitivo. In questi mesi non ci vediamo e non ci parliamo. E’ evidente che con lui si e’ intrapreso il cammino verso una dimensione leaderistica. Il modello di partito che oggi esprimiamo e’ fortemente condizionato da questo aspetto”.
”La dimensione carismatica della politica esisteva anche prima da Togliatti a De Gasperi, da Nenni a La Malfa pero’ erano leadership molto legate all’identita’ e alla cultura politica dei movimenti che rappresentavano. Quando mori’ Berlinguer nessuno immagino’ che morto Berlinguer finisse il PCI. Nessuno il 9 maggio del 78 penso’ che ucciso Aldo Moro finisse la DC”, ha spiegato Cuperlo, aggiungendo: ”Spero che ci sia di nuovo una stagione dei partiti che non dipendano dalla sorte del loro leader. Quando succede questo la democrazia e’ piu’ fragile”.
Cuperlo, alle primarie con Renzi, non ha mai pensato di poter vincere: "La percezione di non essere la persona giusta al posto giusto ce l’ho avuta fin dal primo giorno. Non mi e’ mai capitato di pensare che avrei potuto vincere, ma non mi sono mai pentito di aver affrontato quella prova". "Spesso mi sono chiesto perche’ ero finito a vivere questa sfida – confessa Cuperlo – e’ stato un atto di violenza sul mio carattere. Non perche’ non mi sia sentito mai un leader, non avevo mai coltivato quest’ambizione, ma la politica la si puo’ vivere in tanti modi, la dimensione della leadership non e’ mai stato il modo in cui io l’ho intesa".
A proposito di legge elettorale: "L’Italicum e’ una legge che credo vada assolutamente modificata in parti non banali. Abbiamo giurato e spergiurato dicendo mai piu’ liste bloccate – ricorda Cuperlo -: quel punto lo devi cambiare, le soluzioni tecniche ci sono. Collegio uninominale, le preferenze, primarie obbligatorie per legge. Non vale dire che il problema l’hai risolto perche’ le liste sono piu’ corte con solo cinque e sei nomi stampati sulla scheda".
Per ciò che riguarda la riforma del Senato: “Non si cambia la costituzione partendo dal criterio dei costi. Non togli di mezzo il senato perche’ i senatori costano. Puoi e devi cambiare il nostro bicameralismo che non ha piu’ ragion d’essere nelle condizioni attuali, ma devi capire quali sono le nuove funzioni che vuoi assegnare a quale Camera. Penso che convenga partire dalle funzioni e dalle competenze e poi la fonte di nomina".
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