"Quello del vignettista è solo tatticismo che prescinde dal merito delle cose. Parla del futuro della sinistra come se fossero sfumature o questioni individuali" invece "è chiaro che Renzi non rappresenta più un terzo degli elettori delle primarie del dicembre del 2013. E non è solo una questione di parlamentari che lasciano il partito. O degli amici di Pippo e di Gianni. Attenzione, qui ad andare via sono gli elettori". Così l’ex parlamentare Pd Pippo Civati, in una intervista a Repubblica, replica a Staino che ha ammonito la minoranza del Pd di rischiare di fare "la fine di Civati e Ingroia".
"Ormai il Pd sta al centro – aggiunge -. Renzi ha scelto la via del partito della Nazione. Tutto differente da un bipolarismo secco. E, aggiungo, mi viene difficile pensare che alle prossime elezioni politiche Bersani e Cuperlo votino Renzi". E un ritorno alle urne "potrebbe essere una eventualità. D’altro canto, il premier si sta già attrezzando allargandosi a destra".
Gianni Cuperlo in una lettera, pubblicata dall’Unità, replica all’attacco di Sergio Staino: "Qui da noi l’ultimo esecutivo scelto da un voto risale al 2011. Da lì tre premier si sono succeduti. Tutto regolare ma anche tutto fuori norma. Conseguenza? Che le larghe intese, o comunque alleanze impianto moderato, per alcuni non sono più emergenza ma strategia". "Il ragionamento scorre, ma temo contro una parete. Dice più o meno che se a destra prevale la rissosità della Lega e a sinistra una forza radicale, cosa meglio di un Partito della Nazione, centrale e centrista, ha diritto a guidare l’Italia senza precipitarla nel caos? Non per polemica, ma se direzione e carovana fossero queste parecchi non sceglierebbero di partire e se ne sentirebbe la mancanza".
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