Pierluigi Bersani, senatore ed ex segretario del Partito Democratico, è intervenuto su Radio Cusano Campus. Bersani ha spiegato di non aver alcuna intenzione di lasciare il Partito Democratico, motivando le sue perplessità: "io sono sempre più dentro il Pd, ma non intendo ascoltare argomenti che mi sembrano una presa in giro. Chiedo che si discuta sulla base di chiarezza. Non è vero che il voto di Verdini era necessario e indispensabile per una buona legge sulle unioni civili. Non è vero che c’era bisogno di Berlusconi quando si è fatto il patto del Nazareno. Non è vero, nel caso di Verdini, che si tratta di una nuova formazione politica. Questo è trasformismo particolare e preoccupa perché evidentemente sposta l’asse del governo su posizioni che non sono, ai miei occhi, posizioni di un centrosinistra solido e combattivo".
Bersani, proseguendo nella sua analisi, fa degli esempi: "Posso fare degli esempi. Guardate come stanno andando le norme sulle liberalizzazioni, come sta andando la questione delle banche, cosa sta avvenendo nel grande campo della sanità, che è sempre più in difficoltà e che ha degli elementi di privatizzazione strisciante. Come affrontiamo sul serio il tema del lavoro e degli investimenti, che rapporto abbiamo con le forze sociali. Qui bisogna capirsi. Se guardo il programma con cui questo governo governa, perché non dobbiamo dimenticarci che qui si governa col risultato del 2013, buono o meno buono che fosse, devo dire che tra il programma di allora e le cose che si fanno oggi, solo alcune cose vengono riprese. Su politiche liberali e su politiche sociali io vedo qualche difficoltà. Come deve sentirsi uno che fece una norma per cui al primo ingresso in una assicurazione in un RC Auto un giovane non doveva essere penalizzato e ora vede che dentro a questa classe oggi si fanno dei limiti per cui un giovane non si capisce perché debba pagare più di un adulto? Per tacere dei farmaci e così via. Sono cose che sembrano piccole, ma che riguardano la vita comune della gente, dove vedo una eccessiva sudditanza rispetto a poteri forti che un centrosinistra combattivo dovrebbe prendere di punta".
Bersani vuole un congresso anticipato: "Un congresso anticipato sarebbe una cosa buona perché in giro ci sono gli elettori del PD, quelli che si riconoscono nei valori e negli ideali di sinistra, che avvertono un certo disagio. A gente come me e ad altri dovrebbe essere riconosciuto lo sforzo di tenere attaccate al Pd queste sensibilità. Hanno risposto malamente all’idea di anticipare un congresso, vorrà dire che cercheremo di far vivere noi una discussione su questi punti decisivi nei circoli e nelle varie realtà del partito".
In chiusura, Bersani torna sulla questione sanitaria. Una di quelle che più lo preoccupa: "E’ inutile mettere la testa sotto alla sabbia. L’anno prossimo sono previsti tagli di 3-4 miliardi alle Regioni. Fare questo, significa tagliare la sanità. Arrivano farmaci innovativi che costano l’ira di Dio, i sistemi universalistici non sanno dove sbattere la testa, perché se li dai gratis a tutti salta il sistema, se lasci che i ricchi si curino e gli altri no salta il concetto basico. E ne stanno arrivando di questi farmaci. Aggiungiamoci poi che con le ristrettezze economici, a quelli che hanno i soldi conviene andare nel privato, mentre chi i soldi non ne ha non riesce nemmeno a pagarsi il ticket o i farmaci e quindi rinuncia alle cure. E quando vedo, per esempio, nella politica per le farmacie, che invece di andare avanti con la liberalizzazione la si rallenta o la si frena, io non resisto. So bene cosa vuol dire per un pensionato poter risparmiare sui farmaci. Da ministro affrontai un po’ tutti i poteri forti, ma ho imparato una cosa, che vorrei trasmettere a chi governa adesso: se tu tieni il punto, ti rispettano anche di più. Io avevo le banche urlanti quando feci la trasferibilità dei mutui, per cui adesso ancora la gente mi ringrazia per strada. Urlavano che avrei mandato in rovina le banche, ora invece le banche si fanno concorrenza a suon di surroghe. Basta mettersi con gli occhi della vita quotidiana del cittadino e mettersi dalla sua parte. Poi ci vuole il cane da guardia, che tutti i santi giorni dia un’occhiata. Alle riforme legate alla liberalizzazione serve una continua manutenzione, perché le imprese sanno sempre come fare, bisogna aiutare i cittadini".
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