Pier Luigi Bersani torna sul governo di larghe intese, che in una intervista al Corriere della Sera definisce un “un governo di servizio”. Una soluzione che all’ex segretario del Pd non piace e non è mai piaciuta, tuttavia “lo sosteniamo e lo sosterremo. Vi abbiamo impegnato i nostri migliori esponenti. Sostengo Letta, persona intelligente, capace e leale”. Detto questo, “è compito di tutti noi tenere viva la prospettiva di un governo di cambiamento", perché “i governi di coalizione puoi doverli fare, ma non sono governi di scossa. Evitano il rischio ma non sono motori di cambiamento". E a Silvio Berlusconi lancia un messaggio: “Non pensi di avere in mano le chiavi del futuro. Ci pensi bene. Stavolta staccare la spina al governo non comporta automaticamente andare a votare”.
Bersani sogna ancora una alleanza con il Movimento 5 Stelle, evidentemente. Del resto, dopo le elezioni di febbraio lui ci aveva provato: quello di provare un governo “di cambiamento” con i grillini è stato da parte sua “un tentativo convinto, e anche ragionevole”, spiega, e aggiunge: “non prendi il 25% senza ingaggiarti. Puoi metterci un mese a capirlo, forse due; ma devi capirlo. Era solo questione di tempo. Infatti e’ proprio quello che sta accadendo”. Dopo il voto tento’ anche di parlare col leader del Movimento Beppe Grillo, “ma non e’ stato possibile”.
Su Iva e Imu difende la posizione del viceministro Fassina: “Non possiamo togliere l’Imu a zio Paperone e scaricare l’aumento dell’Iva sul piccolo commerciante e sul consumatore. Noi dobbiamo rendere visibile il nostro punto di vista. Sta al governo trovare la mediazione. La priorita’ e’ il lavoro”.
Matteo Renzi? “Un ragazzo sveglissimo, intelligente, fresco, pieno di energia. Puo’ essere di enorme utilita’ per il Pd". Ma “tutto mi va bene, tranne il vittimismo”. Il sindaco di Firenze "non puo’ dire che ora noi vogliamo cambiare le regole per danneggiarlo, dopo che io ho cambiato le regole per farlo partecipare alle primarie, separando il ruolo di segretario da quello di candidato premier". E ancora: nei confronti di Renzi “non ho cose da lamentare, se non lo scarso affetto per il collettivo", perché un partito deve essere "al servizio della società civile", non uno spazio per "miniformazioni personalizzate. Magari fossero correnti; rischiano di essere filiere al servizio di una persona".
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