"Ce la farà Bersani a mangiare il panettone?": a chiederselo è Luca Simoni, direttore responsabile dell’agenzia Velino, che spiega: "Puo’ sembrare un paradosso, ma il dubbio comincia ad avere una certa consistenza. Ieri la direzione del Pd, durata ben sette ore, per il segretario del partito non e’ stata affatto una passeggiata. Anzi, Bersani e’ stato bersagliato da un fuoco di fila di critiche come mai in passato. Arturo Parisi lo ha invitato addirittura a dimettersi. Il motivo: sul referendum, ha accusato Parisi, Bersani ha sbagliato linea politica, non appoggiando la raccolta delle firme e non firmando lui stesso. E in un partito normale, ha osservato Parisi, chi sbaglia paga. E se a sbagliare e’ il segretario, come minimo si deve dimettere. Senza fare credere – il paragone ruspante e’ sempre di Parisi – che il referendum possa trasformarsi nella Dolce euchessina, un purgante che liberi la pancia del Pd dei tanti errori accumulati".
Fra le altre cose, Simoni sottolinea "un aspetto paradossale. Da mesi Bersani invoca il passo indietro di Berlusconi e chiede che vada a casa con il suo governo. Ma tutto cio’ che il Pd sta facendo, compreso il referendum di Parisi, potrebbe avere l’effetto opposto: prolungare la vita del governo Berlusconi, e farlo arrivare fino al 2013".
L’attuale leader del Pd non è ben voluto da tutti i suoi compagni: "A Bersani i compagni di partito rimproverano di non avere un programma di azione chiaro e convincente, capace di fare sognare gli elettori di sinistra. E la risposta di Bersani, proprio per la sua profonda incertezza, ha finito con il dare ragione ai suoi critici. Infatti, messo di fronte al dilemma: voto anticipato o governo di transizione? il segretario Pd ha risposto di ‘essere attrezzato per entrambe le ipotesi’, ma che la scelta dell’una o dell’altra ‘non dipende da noi’. E’ l’ammissione esplicita di un Pd che non ha voce in capitolo nelle scelte dell’agenda politica, ne’ pensa di poterla avere. Peggio. Mentre chiede a Berlusconi un passo indietro, Bersani annuncia per il 5 novembre l’ennesima mobilitazione di piazza contro il governo. Dunque, se ne deve dedurre che per il Pd a quella data Berlusconi sara’ ancora in sella. Ma questa manifestazione, allora, che cosa e’? Un attacco o un salvacondotto? Di certo, il Cavaliere ringrazia. E tira avanti (l’unica cosa che puo’ fare) verso il 2013. Ai problemi dell’Italia, purtroppo, bisognera’ pensare da allora in poi".
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