Il servizio della trasmissione “Le Iene” sui truffati del patronato Inca-CGIL di Zurigo ha ribadito che questi Istituti all’estero, CGIL, CISL, UIL, ACLI, si spartiscono solo ingenti somme di denaro, senza controlli capillari da parte del Ministero del Lavoro sui finanziamenti che ricevono.
Ormai questi patronati, con l’Istituzione del voto oltre confine, sono diventati dal 2006 indispensabili e irrinunciabili, come il pane, per coloro che mirano ad essere eletti tra i 18 parlamentari della Circoscrizione estero, grazie al grande pacchetto di voti che questi Istituti possono gestire e così indirizzare le preferenze, a favore di questo o quel candidato.
Alla fine, però, gli eletti in questo modo invece di rappresentare la collettività italiana, in realtà non fanno altro che rappresentare se stessi, il partito di appartenenza e gli interessi di chi li ha fatti eleggere, cioè i patronati.
Potremmo dire che la politica e i patronati sono come “il pane e il cacio”, in poche parole sono in perfetta sintonia. In effetti i patronati dovrebbero servire la gente, ma servono solo la politica. È una vergogna!
Purtroppo manca il coraggio di tagliare i fondi per questi inutili Istituti, soprattutto all’estero, dove ormai la maggior parte dei nostri connazionali, avendo versato i contributi lavorativi presso le casse pensioni locali, non hanno necessità di rivolgersi presso i suddetti uffici.
Ritornando ai truffati del patronato Inca-CGIL, è importante ribadire che circa 70 persone sono state raggirate dal direttore del suddetto istituto di Zurigo, tra il 2002 e il 2009, per un ammontare complessivo di circa 12 milioni di franchi svizzeri.
Ma è altrettanto importante sottolineare come sia incredibile e inspiegabile che l’attuale Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e la Segretaria generale della CGIL, Susanna Camusso, continuino a negare qualsiasi tipo di coinvolgimento e di responsabilità nei confronti di tutti questi pensionati a cui è stata sottratta l’intera pensione integrativa, cioè i risparmi di una vita di sacrifici.
Di conseguenza è essenziale, secondo me, che ora grazie alla trasmissione televisiva de “Le Iene” i riflettori non si spengano su questa triste e dolorosa vicenda e sia gli organismi politici dell’emigrazione italiana, COMITES e CGIE, sia i parlamentari eletti all’estero, una volta tanto, si sveglino dal letargo in cui vivono e operano e si diano una mossa nei confronti di queste persone che hanno lavorato una vita per mettere da parte questo fondo di pensione integrativa, che ora purtroppo è svanito nel nulla, per colpe accertate, tanto che il dirigente del patronato in questione, Antonio Giacchetta, è stato condannato a 9 anni di reclusione dal tribunale di Zurigo.
Per la CGIL e il Ministero del Lavoro trovare circa 12 milioni di franchi svizzeri da versare alle vittime di questa truffa è un atto doveroso, in modo che finalmente potremmo dire che hanno servito gli interessi e le necessità delle persone e non le loro o quelle del partito e del patronato di appartenenza. Sarebbe un bel gesto di riconciliazione con la collettività italiana all’estero che tanto ha dato e continua a dare all’Italia.
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