Vari connazionali truffati dal patronato INCA/ CGIL di Zurigo hanno dovuto presentare causa contro i responsabili del patronato presso la sede centrale a Roma perché questi hanno dichiarato che all’estero i patronati non esistono. Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI) malgrado ciò è in trattativa con i patronati per conferirgli all’estero attività finora svolte dalle autorità diplomatiche e consolari italiane all’estero. Ma allora all’estero i patronati ci sono o non ci sono? Esistono o non esistono?
Già è di per sé insopportabile che il direttore del Patronato della CGIL a Zurigo truffi i propri assistiti, ma che i responsabili del patronato nazionale ed anche quelli del sindacato CGIL, promotrice del Patronato in parola, declinino ogni responsabilità per le loro sedi all’estero supera ogni limite sopportabile.
Lor signori declinano la loro responsabilità malgrado le prove siano inconfutabili. Tutti i mandati come anche tutti i fascicoli inoltrati all’INPS e al Ministero del Lavoro provenienti dalle sedi estere sono intestati a loro nome. Le stesse sedi all’estero sono ornate con i loro simboli e i loro colori e i dipendenti di queste sedi operano in loro nome. Anche il giudice in Italia ritiene la causa matura per la decisione, ma la sposta di due anni.
Verrebbe da pensare che ha difficoltà ad emettere una sentenza troppo scomoda a lor signori.
Comunque con i soldi pubblici che il Ministero del Lavoro consegna per il lavoro svolto dalle sedi all’estero non si fanno troppi scrupoli. Quelli li intascano senza scomodarsi troppo.
Ma come è possibile questo comportamento vergognoso? E’ possibile perché chi dovrebbe sorvegliare ed intervenire tace.
I Comites, ossia i parlamentini dei cittadini all’estero che interloquiscono con le autorità diplomatiche e consolari italiane, sono il primo ente istituzionale ad essere confrontato con il problema. La normativa chiede ai Patronati di consegnare periodicamente informazioni sulle loro attività ai consiglieri Comites e alle autorità consolari. Ma i responsabili dei Patronati in quasi 20 anni di attività non hanno mai svolto il loro dovere informativo e i consiglieri Comites al riguardo tacciono. Non intervengono perché andrebbe contro il loro stesso interesse essendo la maggioranza di loro di provenienza patronale.
La legge vieterebbe proprio questo. I Consiglieri del Comites non possono essere dipendenti di Patronato. Il MAECI a conferma di quanto prescritto dalla normativa ha anche emesso una circolare esplicativa in tal senso. I Consoli evidentemente preferiscono tacere e sorvolare sul fatto che chi intercede con loro per i cittadini residenti nella propria circoscrizione consolare sono fuori dalla legge.
La legge chiede ai Consoli anche di accreditare i dipendenti di Patronato che svolgono attività operative all’ estero. Ma anche questo dovere normativo non viene rispettato. Per contro sono elencati sul sito consolare tutti i Patronati che operano nella circoscrizione.
La mancanza dell’accreditamento è stata materia di un’interrogazione Parlamentare rivolta al Ministero del Lavoro. Il dicastero responsabile per i Patronati non ha ancora risposto. Nel frattempo si fa finta che chi si fa assistere all’estero dai Patronati non è tutelato e la truffa di Zurigo può ripetersi in ogni momento ed in ogni sede estera in ogni parte del mondo.
Ma la presa in giro dei cittadini non è ancora finita. Il MAECI intenta ora trasmettere ai Patronati le attività finora svolte dalle autorità diplomatiche e consolari italiane all’estero: proprio ai Patronati che operano fuori dalla legge. Poi se i responsabili dei Patronati e dei Sindacati promotori dichiarano di non avere sedi all’estero allora il MAECI a chi intende trasferire le mansioni consolari? Evidentemente per questo caso le sedi all’estero esistono.
I connazionali rimasti prigionieri nel vortice della truffa dell’INCA/CGIL di Zurigo chiedono ai Patronati ed alle istituzioni competenti un chiaro segnale di ammissione di responsabilità. “Si tratta di Mafia e corruzione” commentano. Come contradirli?
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