È ormai noto ai più che da tempo – sia in emigrazione che da parte di qualche parlamentare italiano (purtroppo pure qualche eletto all’estero!) – si sta sparando sempre più spesso sulla così detta diligenza, cioè sui patronati all’estero. Ovvero non perdendo mai un’occasione per criticare il lavoro o la presenza di queste strutture che da decenni collaborano con la rete consolare italiana nella tutela gratuita dei diritti sociali e previdenziali delle comunità italiane all’estero. Strutture che, non di rado, sono quelle che, addirittura, individuano ed evidenziano per prime le criticità ed i problemi che sorgono in emigrazione in questo o quel Paese estero.
Strutture che da sempre nel mondo si occupano, perché sollecitate dai connazionali, anche di tutta una serie di interventi che niente hanno a che fare con le funzioni che la legge italiana affida ai patronati. Interventi assistenziali di varia natura che gli operatori di patronato all’estero, per un senso di responsabilità e di solidarietà verso i nostri emigrati, non si rifiutano mai di dare. Strutture che, oggi, contrariamente a quanto in molti affermano, sono ancora indispensabili alle nostre comunità poiché in molte aree geografiche, anche con forte presenza di emigrazione italiana – dopo la drastica cura dimagrante alla quale è stata sottoposta la rete consolare italiana negli ultimi anni – i patronati sono rimasti gli ultimi baluardi di italianità a cui potersi rivolgere in caso di bisogno anche per i flussi migratori più recenti che non sono unicamente i cervelli in fuga, coloro che amano definirsi expat.
Purtroppo con il fuoco incrociato sulla diligenza, tanto tuonò che piovve, anzi grandinò. Infatti anche questo “clima” avverso ai patronati ha certamente contribuito a far sì che nei palazzi del potere romano non ci si faccia più molto scrupolo a smantellare, di fatto, queste importanti strutture – tipicamente italiane ed invidiateci dai lavoratori di molti altri Paesi nel mondo – togliendo loro, ogni anno di più, l’ossigeno ovvero il finanziamento. Altrimenti non si spiegherebbe come, ancora una volta, con un accanimento incredibile, con il disegno di Legge di Stabilità 2016, analogamente a quanto avvenuto con quella del corrente anno (2015), si sia deciso di tagliare di nuovo questo Fondo destinato al finanziamento dei patronati. Un Fondo che, peraltro, come noto, è costituito con i soldi versati dagli stessi lavoratori e dai datori di lavoro allo scopo di avere proprio questo servizio gratuito pubblico di assistenza e tutela sociale.
Un taglio previsto del 48% che però – sommandosi a quello del 35% avvenuto già nel 2015 e che si trascina anche negli anni a venire – diventerà complessivamente dell’ 83% per il 2016. Ergo, se il parlamento non annullerà questo ulteriore taglio del 48%, previsto nel disegno di legge governativo, significherà la fine dei patronati, sicuramente di quelli all’estero, o quantomeno del servizio gratuito che queste strutture hanno fornito agli italiani dal 1948 ad oggi.
Una vera e propria tragedia per gli emigrati italiani che, già penalizzati dal dimagrimento della rete consolare, non potranno più fare affidamento neppure sul patronato di prossimità come oggi. L’unica speranza, per porvi rimedio, è che si crei in Italia ed all’estero un forte movimento di protesta da parte delle famiglie italiane e che in parlamento gli eletti all’estero riescano finalmente a fare lobby tra loro – mettendo da parte le piccole gelosie (politiche) che a volte li distrae – e, con i colleghi più sensibili alle istanze dei lavoratori e delle persone meno abbienti, riescano a far togliere questo micidiale taglio a danno dei patronati dalla Legge di Stabilità 2016.
Ma, come membro dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, mi domando, e domando ai vertici del PD, come sia possibile che un partito di centrosinistra possa insistere con cotanta caparbietà nel voler penalizzare – sempre e comunque – organizzazioni come i patronati (ma non solo) che offrono dei servizi gratuiti a quanti non si possono permettere, in caso di bisogno, di rivolgersi a dei prezzolati professionisti. Spero che non si debba attendere i posteri per una risposta!
*membro dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico.
Discussione su questo articolo